Alla fine di luglio, ARERA ha reso noto il primo “Rapporto Monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas” relativo alla situazione italiana al momento attuale. In sintesi, si scopre che all’incirca la metà degli italiani ha già effettuato il passaggio al mercato libero.

Il rapporto ARERA conferma che oltre la metà dei clienti domestici italiani ha scelto il Mercato Libero

Ora, l’analisi fotografa il reale andamento del mercato energetico italiano confermando che più del 50% degli utenti domestici ha già scelto di passare al mercato libero, con dati che fanno riferimento al marzo scorso.

Nello specifico, il passaggio è stato effettuato dal 57,3% dei clienti nell’ambito dell’energia elettrica e da ben il 60,2% di quelli del settore gas. Inoltre, anche il 68% dei clienti altri usi in Bassa Tensione per l’energia elettrica e il 69,9% dei condomini ad uso domestico (con consumi inferiori a 200 mila Smc) ha scelto di passare al Mercato Libero.

Si tratta di dati certamente interessanti, ai quali vanno sommate ulteriori specifiche degne di nota: la prima e più importante riguarda il fatto che tali passaggi avvengono nella maggior parte dei casi già all’interno del Mercato Libero, ossia riguardano clienti che erano comunque già usciti dal Mercato Tutelato e stanno ora cercando di massimizzare la convenienza dell’offerta energetica – e dunque di minimizzarne le spese.

Inoltre, il nuovo rapporto di ARERA sottolinea come, per quanto riguarda i clienti che escono dal Mercato Tutelato per passare a quello Libero, oltre il 50% scelga comunque di affidarsi al medesimo venditore attivando con esso un nuovo contratto.

Il Rapporto mette poi in luce la presenza di quasi cinquemila offerte attualmente a disposizione degli utenti del Mercato Libero, delle quali però solo il 4,72% (per le offerte luce) e il 9,81% (per le offerte gas) risulta effettivamente più conveniente rispetto al mercato tutelato. Da ciò si denota l’importanza di scegliere con cura l’offerta affidandosi a strumenti di comparazione ampiamente disponibili online, così da individuare le tariffe davvero più vantaggiose.

Ecco quindi che, proprio in relazione a un mercato colmo di proposte commerciali, la capacità di valutare le proposte con metodi oggettivi di confronto potrà fare una reale differenza per chi desidera ottenere il meglio del rapporto qualità/prezzo dalla propria fornitura di energia.

Tra gli altri dati parte del Rapporto di ARERA senza dubbio degni di attenzione figurano infine la tendenza a scegliere un prezzo fisso dell’energia per la maggior parte dei contratti sottoscritti in regime di libero mercato (84% dei casi per l’elettrico e 73,9% dei casi per il gas naturale) e quella a favorire offerte commerciali che includano vantaggi aggiuntivi per il cliente (79,6% dei casi per l’elettrico e 62% dei casi per il gas naturale).

È possibile prendere visione del rapporto nella sua interezza direttamente sul sito web di ARERA.

Il termine “teleriscaldamento” identifica sistemi tecnologici che hanno l’obiettivo di riscaldare gli ambienti oppure produrre acqua calda sanitaria a distanza, con l’ausilio di una rete di tubazioni che trasporta il calore generato dalle centrali di cogenerazione ai singoli edifici/appartamenti.

Per “cogenerazione” si intende invece, una tecnologia ad alta efficienza energetica nata per generare elettricità e catturare calore che, diversamente, risulterebbero inutilizzati.

Lo scopo della cogenerazione è fornire energia termica utile sottoforma di vapore o di acqua calda così da renderla disponibile per il raffrescamento o riscaldamento degli ambienti, per l’erogazione di acqua calda sanitaria e persino per i processi industriali. Si tratta di una tecnologia con un potenziale straordinario, che può raggiungere livelli di efficienza superiori all’80%.

Da un punto di vista strettamente normativo, il concetto di teleriscaldamento è invece definito dal Decreto Legislativo 102/2014, che fa rientrare sotto questo ombrello “qualsiasi infrastruttura di trasporto dell’energia termica da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, realizzata prevalentemente su suolo pubblico, finalizzata a consentire a chiunque interessato, nei limiti consentiti dall’estensione della rete, di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria”.

Ricordiamo inoltre che il medesimo decreto indica inoltre come una rete di teleriscaldamento debba utilizzare – per poter essere definita efficiente – almeno il 50% di energia proveniente da fonti rinnovabili o, in alternativa, il 50% di calore di scarto, il 75% di calore cogenerato o ancora il 50% di una combinazione delle modalità finora elencate.

Per quanto riguarda il funzionamento del teleriscaldamento, ci troviamo di fronte a un sistema cosiddetto “a rete”: il calore prodotto dagli impianti viene distribuito agli utenti attraverso un fluido vettore, generalmente acqua o vapore, con l’ausilio un sistema di “tubature di mandata” prima di tornare raffreddato in centrale (attraverso le cosiddette “tubature di ritorno”).

Il sistema di teleriscaldamento nel suo complesso consta di tre componenti principali: la centrale termica, deputata alla produzione di calore (anche in cogenerazione con l’energia elettrica); la rete di trasporto composta da “tubature di mandata” per inviare il calore a destinazione; il sistema di “tubature di ritorno” tramite il quale il fluido ormai freddo torna alla centrale o alle eventuali sotto-centrali di supporto.

Quali sono i vantaggi del teleriscaldamento?

I vantaggi garantiti del teleriscaldamento sono davvero numerosi e proprio in funzione di essi questa tecnologia si sta diffondendo in modo sempre più rapido e capillare.

Tra i benefit più importanti va senza dubbio citato l’elevato comfort ambientale che il teleriscaldamento è in grado di generare negli ambienti indoor, il tutto a fronte della completa assenza di vettori potenzialmente pericolosi. A questo va sommata la scarsissima manutenzione di cui il sistema di teleriscaldamento ha bisogno e la sua lunga durata nel tempo.

Siamo già ben consapevoli di questi vantaggi perché questa modalità di erogazione dell’energia non è, concettualmente, affatto nuova e addirittura andrebbe ricondotta al XIV secolo, quando il villaggio francese di Chaude-Aigues era solito ricevere la sua energia attraverso condutture in legno di acqua riscaldata proveniente da una fonte geotermica.

Ovviamente le tecnologie si sono enormemente evolute da allora e ciò permette ai sistemi di teleriscaldamento attuali di soddisfare le sempre più marcate esigenze di sostenibilità ambientale e risparmio energetico richieste dal mercato (e dalle persone!).

Infine, vanni citati ulteriori vantaggi di questo sistema rispetto alla produzione di energia termica decentralizzata presso gli utenti:

  • Garanzia di un servizio continuativo;
  • Eliminazione delle caldaie domestiche e relativi punti di emissione, con conseguente incremento della sicurezza di cose e persone;
  • Maggiori efficienze di conversione;
  • Nessuna necessità di trasporto di combustibile nei centri abitati, di nuovo con conseguente incremento della sicurezza di cose e persone.

Perché il teleriscaldamento è una scelta sostenibile?

Dal punto di vista ambientale, il teleriscaldamento è una tecnologia vincente. Non soltanto garantisce un’ottima efficienza energetica a fronte di una più elevata sicurezza degli approvvigionamento, ma permette anche il recupero del calore di scarto, realizzando in pieno una delle più note regole dell’economia circolare.

Il sistema vanta al contempo un impatto sull’ambiente ridotto rispetto ad altri sistemi di erogazione dell’energia e oltre a contribuire all’abbattimento delle erogazioni di CO2 nell’atmosfera, richiede anche minori superfici nelle quali stoccare i suoi rifiuti.

Grazie infine alla possibilità di utilizzo combinato di diverse fonti rinnovabili, il teleriscaldamento si propone come efficiente strumento per una reale transizione energetica, dal momento che oltre alle biomasse può sfruttare anche il solare termico e la geotermia.

Scopri dove Gelsia sta già erogando il teleriscaldamento!

Ridurre i consumi di energia elettrica non significa solamente risparmiare sulle bollette, ma anche comportarsi in modo più virtuoso ed energeticamente sostenibile, ossia più rispettoso del pianeta.

L’efficienza energetica nel suo senso più lato è infatti l’unione perfetta di tante abitudini eccellenti e passa sempre necessariamente da una corretta strategia di gestione dell’energia.

Ma come possiamo contribuire anche noi, quotidianamente, a un reale risparmio energetico?

In questa semplice guida, ci proponiamo di offrirti alcuni consigli facili da mettere in pratica per ridurre i tuoi consumi di energia elettrica in modo concreto ed efficiente.

Utilizza lampadine a basso consumo energetico

Se ne parla da anni, ma resta ancora uno dei consigli per risparmiare energia elettrica più validi in assoluto: sostituire le lampadine tradizionali (a incandescenza) con quelle di nuova generazione a basso consumo energetico (a LED) produce un risparmio in bolletta reale.

Ciò si verifica non soltanto perché a fronte di una riduzione dei Watt le lampadine a LED garantiscono la medesima o addirittura superiore luminosità, ma anche perché durano molto più a lungo!

Spegni la luce quando non serve davvero

Potrebbe sembrare banale, ma non lo è: molti hanno ancora l’abitudine di lasciare accese le luci, o di accenderle, anche quando non ce n’è alcun bisogno. Sarebbe invece buona abitudine accendere le luci soltanto quando è realmente necessario e favorire l’ingresso negli ambienti di luce naturale.

Per rendere più semplice l’acquisizione di questa buona abitudine, è oggi possibile anche installare sensori di presenza nelle aree della casa meno utilizzate, così che l’energia elettrica venga erogata soltanto quando è davvero utile farlo.

No allo stand-by: meglio spegnere!

Per risparmiare energia elettrica è altrettanto utile staccare le spine della corrente e non lasciare i dispositivi elettronici in stand-by.

Televisori e stampanti, ma anche lettori DVD e caricabatterie dei cellulari, quando non utilizzati possono essere spenti del tutto (con l’opportuno pulsante) o addirittura staccati dalla corrente perché, diversamente, continuano a consumare energia. Lo sapevi che i cosiddetti “carichi fantasma”, ossia quelli che un apparecchio consuma in condizione di stand-by, possono influire in modo notevole sulla bolletta elettrica?

Per agevolare questa buona abitudine ti suggeriamo di raggruppare i dispositivi che possono essere spenti (TV, lettore DVD, playstation, caricabatterie dello smartphone, hard disk esterni, stampanti ecc.) con una sola presa multipla munita di comodo pulsante on/off.

Sfrutta una regolazione più intelligente dell’aria condizionata

L’afa non piace a nessuno, ed è evidente che i sistemi di condizionamento dell’aria indoor portino molti vantaggi. Tuttavia, possiamo imparare a utilizzarli in modo più intelligente in modo che pesino meno sui consumi elettrici.

La prima cosa da fare è sempre favorire l’acquisto di condizionatori d’aria in classe A o superiore, che già garantiscono una buona efficienza energetica. Tuttavia, anche abbassare la temperatura di condensazione o assicurarsi che porte e finestre di casa siano ben chiuse mentre l’aria condizionata è in funzione produce risparmio (perché riduce gli sprechi!).

L’obiettivo deve essere il ricircolo funzionale dell’aria negli ambienti indoor evitando il più possibile che l’aria rinfrescata entri in contatto con quella calda proveniente dall’esterno.

Inoltre, non è mai necessario settare l’aria condizionata a diciotto gradi se fuori ce ne sono trenta: anche tralasciando l’inevitabile shock termico derivante dal passaggio tra un ambiente e l’altro, mettere l’impianto in condizione in condizione di lavorare sempre a tali, elevatissimi livelli equivale a consumare molta energia. Prova invece a tarare l’aria condizionata sui 25/27 gradi: saranno più che sufficienti a farti sentire meno accaldato.

Utilizza lavatrice e lavastoviglie nei momenti e nei modi più convenienti

Esistono fasce orarie in cui il costo dell’energia è più economico, e che sarebbero quindi da favorirsi per l’utilizzo di grossi elettrodomestici come lavatrice, lavastoviglie e asciugatrice. Inoltre, è anche possibile ottenere eccellenti risultati di lavaggio con temperature moderate (per esempio a 40°C), centrifugando bene i capi così da eliminare l’umidità residua.

Anche se si dispone di una comodissima asciugatrice, meglio comunque favorire un’asciugatura all’aria aperta nelle belle giornate di sole. Infine, è sempre consigliato rimuovere gli avanzi di cibo e pre-lavare a mano piatti, pentole e posate prima di metterle in lavastoviglie.

Questi piccoli trucchi contribuiranno ad abbattere i consumi energetici in modo anche molto sensibile, che potrai notare semplicemente monitorando gli importi delle tue bollette nel corso del tempo.

Installa pannelli fotovoltaici

Infine, per risparmiare energia elettrica e contribuire a una società sempre più “green” e orientata a un reale rispetto dell’ecosistema, sarebbe bene valutare l’installazione di pannelli fotovoltaici così da prendere direttamente dal sole l’energia di cui abbiamo bisogno.

Come senza dubbio saprai, la caratteristica principale degli impianti fotovoltaici è quella di catturare i raggi solari e trasformarli in energia elettrica. Ecco quindi che se abiti in un’area geografica con una buona esposizione, questa tecnologia potrebbero davvero fare al caso tuo: perché non produrre un’energia pulita, a basso impatto ambientale, che ci costa meno e che tra l’altro contribuisce a innalzare il valore dell’immobile, se possiamo farlo?

In allegato il prospetto riassuntivo degli orari di apertura dei Gelsia Point nel mese di Agosto 2021.

Di seguito un breve riepilogo:

  • 1° SETTIMANA (dal 2 al 7 agosto)
    • POINT APERTI: Seregno, Lissone, Limbiate, Trezzo, Canegrate, Muggiò
    • POINT CHIUSI: Desio, Cesano Maderno, Giussano, Meda, Nova Milanese, Sovico
  • 2° SETTIMANA (dal 9 al 14 agosto)
    • POINT APERTI: Seregno, Lissone
    • POINT CHIUSI: Limbiate, Desio, Cesano Maderno, Giussano, Meda, Nova Milanese, Sovico, Trezzo, Canegrate, Muggiò
  • 3° SETTIMANA (dal 16 al 21 agosto)
    • POINT APERTI: Seregno
    • POINT CHIUSI: Lissone, Limbiate, Desio, Cesano Maderno, Giussano, Meda, Nova Milanese, Sovico, Trezzo, Canegrate, Muggiò
  • 4° SETTIMANA (dal 23 al 28 agosto)
    • POINT APERTI: Seregno, Lissone, Trezzo, Canegrate
    • POINT CHIUSI: Limbiate, Desio, Cesano Maderno, Giussano, Meda, Nova Milanese, Sovico, Muggiò

Gli orari di apertura nei mesi di Luglio e Settembre rimangono invariati.

Orari Gelsia Point – mesi di Agosto

Lo scorso maggio è stato approvato il Decreto-legge relativo alla Governance del Piano Nazionale di ripresa e resilienza che, tra l’altro, include anche molte interessanti disposizioni orientate allo snellimento procedurale.

In vigore ufficialmente dal 1° giugno 2021, il Decreto Semplificazioni si pone l’obiettivo di disciplinare le procedure in diversi ambiti ed eliminare i “colli di bottiglia” che rendono più lenta e macchinosa la realizzazione dei progetti, di fatto rischiando di inficiare in toto la strategia di rilancio per l’intero Paese.

Ricordiamo prima di tutto che, tra fondi europei e italiani, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) stanzia ben 70 miliardi di euro per la transizione energetica e si pone obiettivi ambiziosi e sinergici, ossia la creazione di sviluppo e di lavoro coordinata con una maggiore tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Come è facile intuire, le misure del decreto vanno a toccare le tematiche più diverse – quali ad esempio le procedure di appalto, i poteri sostitutivi e di commissionamento, l’innovazione tecnologica e digitale. Tuttavia, in questo articolo ci occuperemo di chiarire le nuove disposizioni in merito a rivoluzione verde, transizione energetica ed energie rinnovabili in modo da renderle più facilmente comprensibili.

La nuova procedura della Valutazione Impatto Ambientale (VIA)

Il Decreto Semplificazioni dà un taglio drastico agli iter procedurali per la VIA e dunque snellisce i processi di autorizzazione per gli impianti di produzione di energie rinnovabili.

Nello specifico, i tempi per la VIA relativa ai progetti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) passano dai 360 giorni della procedura ordinaria ai 175 giorni della procedura veloce.

Anche gli investimenti per la green economy risultano semplificati in termini di pratiche autorizzative con riferimento alle fonti rinnovabili, agli impianti di produzione e accumulo di energia elettrica, alle infrastrutture energetiche, alla bonifica di siti contaminati e al repowering.

Superbonus 110% ed efficientamento energetico

Per quanto riguarda l’ormai noto Superbonus 110% finalizzato all’efficientamento energetico degli edifici preesistenti sul territorio, la detrazione è ora estesa anche agli interventi deputati alla rimozione delle barriere architettoniche e a quelli effettuati su immobili di categoria catastale B/1, B/2 e D/4. Restano invece esclusi dall’estensione gli immobili di categoria D/2 (alberghi e pensioni).

Inoltre, per l’ottenimento del Superbonus 2021 non è più necessaria l’attestazione dello stato legittimo: basterà invece una semplice CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) per poter dare luogo alla realizzazione degli interventi. Questo importante cambiamento è nuovamente finalizzato a rendere più rapidi gli interventi di efficientamento sugli edifici, eliminando le lunghe attese per accedere alla documentazione degli archivi edilizi dei Comuni (che al momento attuale comportano una media di ben tre mesi per ogni immobile oggetto di verifica!).

Accumuli e impianti fotovoltaici

Il Decreto Semplificazioni indica che gli impianti ad accumulo elettrochimico stand-alone non saranno sottoposti né a screening né a VIA, a meno che le loro opere di connessione non rientrino nel contesto di tali procedure. Si è inoltre proceduto alla modifica della tabella A allegata al Dlgs 387/2003, elevando da 20 kW a 50 kW la soglia minima per sottoporre un impianto fotovoltaico ad autorizzazione unica.

Infine, si potrà utilizzare il PAS (procedura abilitativa semplificata) per l’autorizzazione di impianti fotovoltaici fino a 10 MW connessi in media tensione e collocati all’interno di spazi con destinazione commerciale, produttiva o industriale.

Revamping e repowering

Gli interventi di revamping e repowering degli impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici preesistenti potranno in alcuni casi essere considerati “non sostanziali” e pertanto autorizzabili tramite PAS (Procedura Autorizzativa Semplificata).

Le opere pubbliche di impatto rilevante

Infine, vale la pena spendere qualche parola sulle semplificazioni che il nuovo Decreto destina alle cosiddette “opere di impatto rilevante” di interesse pubblico, quali ad esempio l’alta velocità ferroviaria della tratta Salerno-Reggio Calabria e della tratta Palermo-Catania-Messina o il potenziamento della linea Verona-Brennero e della diga foranea di Genova, per arrivare infine al rimodernamento del sistema idrico di Peschiera del Lazio.

In questo senso, il Governo ha dichiarato che sarà compito di un Comitato Speciale all’interno del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di indicare “le eventuali modifiche o integrazioni al progetto di fattibilità tecnico-economica che dovessero essere necessarie per rispettare le indicazioni contenute nei pareri e le autorizzazioni”.

Interessante è anche la proposta di “premi di accelerazione” da destinare ai contratti pubblici finanziati con le risorse previste dal Piano di Ripresa e Resilienza o dal Fondo complementare, per ogni giorno di anticipo sui termini contrattuali iniziali.

Al fine di favorire la diffusione dell’energia rinnovabile, uno degli step fondamentali è rappresentato dalla semplificazione delle attività di chi deve installarne gli impianti. Ecco quindi che le nuove linee guida recentemente approvate dalla Giunta Regionale Lombarda rappresentano un importante passo avanti per chi desidera avvalersi di energia elettrica “pulita”.

Ci riferiamo a un nuovo documento fortemente voluto dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, di concerto con l’assessore agli Enti locali, Montagna, Piccoli Comuni e Risorse energetiche, Massimo Sertori. Le nuove disposizioni sono destinate agli enti competenti quali la Regione Lombardia, la Città Metropolitana di Milano, le Province e i Comuni lombardi sia ai professionisti, alle imprese, agli operatori del settore e ai cittadini.

Di fatto, il nuovo testo rappresenta una revisione delle precedenti linee guida riferite all’installazione degli impianti per la produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e si propone di aggiornare ed integrare i contenuti già in passato introdotti dalla normativa statale.

Come accennato in apertura, l’obiettivo delle modifiche è semplificare al massimo le procedure di installazione riassumendo tutte le necessarie disposizioni all’interno di un solo documento, così da garantire alla Regione Lombardia una posizione di preminenza nazionale per quanto riguarda il raggiungimento della neutralità carbonica.

Tra le novità più interessanti delle linee guida introdotte nel corso degli ultimi anni a livello statale e regionale figurano: l’installazione di piccoli impianti come il fotovoltaico ed eolico sugli edifici; gli impianti di produzione di biometano che finalmente entrano a far parte del contesto produttivo e l’approvazione e pubblicazione del PEAR (Programma Energetico Ambientale Regionale) già attivo dal 2015.

Particolarmente degni di nota sono gli allegati a seguire:

  • Allegato 1 – Elenco indicativo degli atti procedimenti di Autorizzazione Unica o di Procedura Abilitativa Semplificata
  • Allegato 1.2 – Diagramma flusso procedimenti
  • Allegato 1.3 – Modifiche impiantistiche
  • Allegato 1.4 – Cronologico AU
  • Allegato 1.5 – Cronologia PAS
  • Allegato 2.1 – Quadro sinottico impianti fotovoltaici su edifici
  • Allegato 2.2 – Quadro sinottico impianti fotovoltaici su pertinenze di edifici, pensiline e serre
  • Allegato 2.3 – Quadro sinottico impianti fotovoltaici al suolo
  • Allegato 2.4 – Quadro sinottico impianti a biomasse, bioliquidi, biogas e biometano
  • Allegato 2.5 – Quadro sinottico impianti eolici
  • Allegato 2.6 – Quadro sinottico impianti idroelettrici
  • Allegato 2.7 – Quadro sinottico impianti geotermoelettrici

L’approvazione del nuovo documento di fatto disapplica le precedenti “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (FER) mediante recepimento della normativa nazionale in materia”, che erano state approvate dalla DGR n. 3298 del 18 aprile 2012.Tutte sono state infatti sostituite dalle disposizioni più recenti, che è possibile conoscere integralmente visitando la pagina dedicata sul sito web ufficiale della Regione Lombardia.

“Il percorso di aggiornamento ha coinvolto tutti gli attori interessati, anche attraverso il lavoro del tavolo tematico dell’Osservatorio regionale per l’economia circolare e la transizione energetica. Abbiamo infatti davanti a noi la sfida della produzione di energia da fonti rinnovabili e dobbiamo farlo incrementando soprattutto l’efficienza energetica per evitare sprechi e dispersioni. Un fattore che riguarda tutti settori economici”, ha commentato l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo parlando di questo nuovo e fondamentale strumento pratico, messo a punto per favorire una sempre più ampia diffusione degli impianti “green”.

Per la produzione dei suoi imballaggi in plastica, il nostro cliente Imbalplast ha deciso di avvalersi di energia 100% verde, così da ridurre in modo significativo il proprio impatto ambientale e contribuire a limitare l’inquinamento del pianeta.

Imbalplast è un’importante azienda di Soncino, in provincia di Cremona, che da oltre quarant’anni rappresenta uno dei principali punti di riferimento nel packaging per applicazioni igienico-sanitarie. La sua struttura svolge internamente ogni fase del ciclo produttivo e studia costantemente nuovi materiali e processi ecocompatibili.

Proprio nell’ottica di una costante innovazione tecnologica e di una spiccata attenzione per l’ambiente, Imbalplast ha nel corso del tempo attuato una serie di decisioni strategiche virtuose orientate al risparmio energetico, al riciclo dei prodotti, alla riduzione delle emissioni di CO2 e altro ancora. Ed è proprio in questo scenario sempre più ecosostenibile che l’azienda cremonese ha scelto di avvalersi dell’energia verde di Gelsia.

Grazie alla recente creazione, da parte di Gelsia, del marchio 100% Green Gelsia, Imbalplast può ora esporre la propria scelta ecosostenibile e comunicare in modo chiaro il proprio utilizzo di energia prodotta esclusivamente mediante l’impiego di fonti alternative e sostenibili.

Ricordiamo infatti che il marchio 100% Green Gelsia attesta che il totale dell’energia elettrica erogata da Gelsia per i contratti con tale opzione verrà compensata con la produzione da impianti alimentate a fonte rinnovabile. Abbiamo parlato più esaustivamente di questo nuovo e importante traguardo in un recente articolo dedicato.

Quella di Imbalplast rappresenta una scelta responsabile e ormai inderogabile, a cui siamo orgogliosi di aver contribuito e che speriamo sarà presto replicata da un numero sempre più nutrito delle aziende che usufruiscono della nostra energia straordinaria.

L’impegno concreto a favore di un pianeta sempre meno inquinato, più salubre e meno depauperato in termini di risorse rappresenta uno dei pilastri di Gelsia, che già da diversi anni investe in Ricerca e Tecnologie sempre più ecosostenibili: dal teleriscaldamento fino all’efficientamento energetico, per arrivare al fotovoltaico e alla cogenerazione.

L’importanza del percorso virtuoso intrapreso da Gelsia sia verso l’ambiente sia verso i propri clienti si riconferma ora con la creazione del marchio 100% Green, a testimonianza dell’erogazione di energia prodotta mediante l’impiego di fonti alternative che, per la loro natura intrinseca, non sono destinate a esaurirsi nel tempo e nonostante il loro impiego: rinnovabili, dunque: l’energia eolica, l’energia solare, l’energia idroelettrica, l’energia geotermica, l’energia rinnovabile da biomasse.

Così come l’energia di Gelsia è verde, tale sarà anche quella dei suoi clienti business/altri usi che sceglieranno questa opzione e che potranno d’ora in poi comunicare pubblicamente il loro contributo alla salute del pianeta con l’esposizione del marchio 100% Green Gelsia.

Il marchio infatti attesta che il 100% dell’energia elettrica somministrata da Gelsia per i contratti con attiva l’opzione green sarà compensata con produzione da impianti alimentati a fonti rinnovabili. A tale fine, come previsto dalla Delibera ARG/elt 104/2011 e ss.mm.ii. dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), Gelsia, entro il 31 marzo di ciascun anno, annullerà presso il GSE un ammontare di GO corrispondenti ai consumi effettuati dal Cliente nel corso dell’anno solare precedente.

La garanzia di origine (GO) è la certificazione elettronica emessa dal GSE che attesta l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate dagli impianti qualificati IGO. Per ogni MWh di energia elettrica rinnovabile immessa in rete da impianti qualificati IGO, il GSE rilascia un titolo GO, in conformità con la Direttiva 2009/28/CE.

La finalità del Marchio 100% Green Gelsia è quella di promuovere un consumo responsabile e sostenibile dell’energia. Scegliendo la fornitura di energia verde a Marchio 100% Green Gelsia sia Gelsia sia il cliente si impegnano per la salvaguardia dell’ambiente, contribuendo ad una riduzione delle emissioni in atmosfera di gas a effetto serra.

Una scelta semplice per contribuire a realizzare insieme un grande cambiamento.

Contattaci per avere maggiori informazioni

A partire dal prossimo 1° luglio 2021, le PMI che usufruiscono del regime di Servizio a Tutele Graduali avranno la possibilità di effettuare, in un’unica richiesta, sia la voltura della fornitura elettrica – ossia il cambio di nominativo dell’intestatario del contratto – che la contestuale modifica del fornitore.

È invece fissata al 30 settembre 2021 la medesima nuova procedura per tutti gli altri clienti, domestici e non.

Le piccole e medie imprese faranno quindi da apripista a un’inedita e comoda modalità di gestione della fornitura, che prevede una sola presentazione della domanda sia nel caso in cui questa venga indirizzata al venditore e sia legata alla voltura, sia laddove sia diretta al nuovo venditore con l’obiettivo di operare voltura e contestuale switching.

Le nuove disposizioni sono il risultato della delibera 135/2021/R/eel, messa a punto per semplificare le pratiche dei clienti e stimolare la concorrenza.

Rispetto alle regolamentazioni attualmente in vigore, le nuove disposizioni sono in effetti decisamente più rapide e agili: nel caso in cui oggi si decida di cambiare il proprio fornitore di energia elettrica, bisognerà infatti effettuare comunque la voltura e attendere che sia andata di buon fine prima di poter passare alla fase di switching vera e propria, con il risultato di tempi più dilatati e due pratiche distinte.

Le prossime novità – che, lo ribadiamo, interesseranno le PMI del Servizio a Tutele Graduali dal 1° luglio 2021 e tutti gli altri clienti, domestici e non, dal 30 settembre 2021 – prevedono invece che, una volta richiesta la voltura, il cliente ne riceva il rifiuto o l’accettazione entro soli tre giorni lavorativi.

Per ulteriori informazioni è a disposizione sul sito di ARERA l’ Atlante del Consumatore.

L’Unione Europea si pone obiettivi di neutralità climatica piuttosto ambiziosi e mira a ridurre le emissioni di anidride carbonica di almeno il 55% entro il prossimo 2030. È questo l’accordo raggiunto di recente tra i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo.

Si tratta di un’intesa che sembra mettere d’accordo tutte le parti, specialmente dal momento che il Parlamento aveva, inizialmente, optato per un traguardo lievemente più ambizioso, con una flessione di CO2 pari al 60%.

Cosa prevede l’accordo provvisorio per la riduzione di CO2 nell’UE

Il sito del Consiglio dell’Unione Europea esplicita in modo più preciso l’accordo provvisorio, sottolineando che questo prevede di:

  • Dare priorità alle riduzioni delle emissioni rispetto agli assorbimenti per quanto riguarda l’obiettivo per il 2030;
  • Istituire un comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici con il compito di fornire consulenza scientifica e riferire in merito alle misure, agli obiettivi e ai bilanci dell’UE;
  • Fissare un obiettivo climatico intermedio per il 2040, che sarà proposto dalla Commissione.

È interessante notare che, sul target del 2030, è stato inoltre introdotto un tetto (pari a 225 milioni di tonnellate) al contributo degli assorbimenti di CO2 da foreste e tecnologie, dettaglio che da solo potrebbe generare una riduzione fino al 57% sulle emissioni. Per quanto riguarda i restanti “tagli”, dovranno essere i singoli Paesi a valutare come intervenire per raggiungere i traguardi stabiliti, così da raggiungere poi, come Unione Europea, la reale neutralità climatica entro il 2050.

Come accennato, i nuovi obiettivi verranno attentamente monitorati da un nuovo e indipendente organismo scientifico appositamente costituito, l’European Scientific Advisory Body.

Questo organismo sarà composto da quindici membri con un mandato della durata di quattro anni e avrà il compito di vigilare in merito all’allineamento delle diverse politiche europee rispetto ai traguardi climatici. Contestualmente, l’organo di controllo dovrà supervisionare anche l’andamento dei budget di carbonio.

Per quanto riguarda invece il traguardo di neutralità climatica, è stato stabilito per l’anno 2050.

Nel frattempo, tra due anni (nel 2023), la Commissione Europea presenterà in dettaglio gli obiettivi climatici intermedi fissati al 2040, comprensivi di un budget indicativo sulla quantità di emissioni tollerabili nel periodo 2030-2050. Particolare attenzione sarà dedicata, in questo caso, a non violare gli accordi di Parigi del 2015.

Come è facile intuire, seppure l’azione dei diversi Paesi europei sarà indipendente e monitorata anche a livello “locale” dai singoli Governi, quello della reale neutralità climatica è un obiettivo da considerarsi collettivo: riguarderà quindi l’intera Unione Europea e non i singoli Stati membri.

Ciò significa che, laddove alcuni Paesi riuscissero a decarbonizzare in modo più rapido ed efficace rispetto ad altri, questi ultimi avranno comunque a disposizione più tempo per completare il loro percorso.

L’accordo recentemente definito dovrà ora essere approvato prima dal Parlamento e poi dal Consiglio dell’UE. Successivamente, si passerà alla procedura formale di adozione.