Come si valuta l’efficienza energetica di un immobile

La valutazione dell’efficienza energetica di un immobile ha molteplici obiettivi: accertare l’impronta ecologica dell’edificio, ossia il suo impatto sull’ambiente; conoscerne i consumi reali; stimare il suo valore sul mercato; comprendere e misurare il grado di comfort che può garantire alle persone che abitano i suoi spazi interni.

Specialmente in questa fase storica in cui eventi climatici estremi si associano a una sempre crescente sensibilità in ambito ambientale, e in cui a tutti – aziende e persone – è richiesto di fornire il proprio contributo per mitigare il problema del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, valutare energeticamente il proprio immobile è un punto di partenza fondamentale per conoscerne le prestazioni reali in termini di capacità di isolare dal caldo e dal freddo e, di riflesso, di ridurre le emissioni in atmosfera.

Infine, non va dimenticato che la classificazione energetica è un elemento oggi richiesto all’interno di ogni contratto, nel quale deve essere necessariamente specificato l’APE (Attestato di Prestazione Energetica dell’immobile, appunto).

Ma come si valuta l’efficienza energetica di un immobile?

Cos’è la classe di efficienza energetica di un edificio

Prima di entrare nel merito di cosa sia la classe di efficienza energetica di un edificio, è importante ricordare che l’efficientamento energetico si definisce come l’insieme di interventi e operazioni finalizzati a migliorare il valore energetico di un’abitazione, con un triplice scopo: risparmiare energia, ridurre le emissioni inquinanti e affrontare costi energetici inferiori. 

La classificazione energetica di un immobile è invece un parametro prettamente tecnico che permette di valutare oggettivamente il fabbisogno energetico di case o appartamenti. Attualmente, in Italia si fa riferimento alla nuova classificazione energetica (con criteri stabiliti nel 2015) a seguito dell’introduzione del già citato APE (“lanciato” dal Decreto Ministeriale n°162/15): quest’ultimo, di validità pari a dieci anni, è unico e univoco per tutte le regioni e utilizza una metodologia di calcolo della classe energetica uniforme a livello nazionale.

In estrema sintesi, gli immobili vengono classificati dal punto di vista energetico con l’ausilio di una tabella che ne riporta le varie classi, dieci in tutto ed elencate in ordine decrescente (ossia dalla migliore performance alla peggiore): A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F e G. 

Per calcolare la classe energetica di un edificio si utilizza il cosiddetto “indice di prestazione energetica globale” (Epgl), che misura il consumo energetico dell’unità immobiliare sulla base del rapporto tra energia necessaria a climatizzare un appartamento alla temperatura di 18°C e superficie netta calpestabili (si farà invece riferimento al volume lordo nel caso dei locali commerciali). Il valore Epgl indicherà quindi i kilowattora al metro quadro per anno che sono necessari a riscaldare e rinfrescare gli ambienti, a ventilarli, a illuminarli e al produrre per essi acqua sanitaria. 

L’indice di prestazione energetica globale tiene conto di diversi parametri strutturali e di funzionamento dell’immobile. Si tratta, nello specifico, dell’efficienza, delle prestazioni e degli sprechi di energia; del fabbisogno di energia stimato; dell’impatto dell’edificio sull’ambiente; della tipologia di infissi montati e delle caratteristiche strutturali specifiche dell’immobile. 

Dal momento che la classificazione si snoda dalle prestazioni energetiche migliori a quelle peggiori, avremo quindi i seguenti intervalli di consumo energetico per ciascuna classe: 

  • A4: consumo minore o uguale a 0,40 EPgl
  • A3: consumo maggiore di 0,40 EPgl e minore o uguale a 0,60 Epgl
  • A2: consumo maggiore di 0,60 EPgl e minore o uguale a 0,80 EPgl
  • A1: consumo maggiore di 0,80 EPgl e minore o uguale a 1,00 EPgl
  • B: consumo maggiore di 1,00 EPgl e minore o uguale a 1,20 Epgl
  • C: consumo maggiore di 1,20 EPgl e minore o uguale a 1,50 EPgl
  • D: consumo maggiore di 1,50 EPgl e minore o uguale a 2,00 EPgl
  • E: consumo maggiore di 2,00 EPgl e minore o uguale a 2,60 EPgl
  • F: consumo maggiore di 2,60 EPgl e minore o uguale a 3,50 EPgl
  • G: consumo maggiore di 3,50 EPgl

Perché la valutazione energetica degli edifici è ormai improrogabile

Perché conoscere le classi energetiche degli edifici e il “meccanismo” che le definisce è oggi così importante? 

Oltre che per le ragioni già citate, anche per il fatto che la nuova Direttiva Europea sulle case green richiede un concreto miglioramento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato su tutto il territorio dell’Unione, da raggiungere entro il 2033 attraverso una serie di step. 

Nello specifico, entro il 2027 gli edifici pubblici e non residenziali dovranno passare dalla classe G alla classe F, per poi attestarsi alla classe E entro i tre anni successivi (ossia il 2030). Per quanto riguarda invece gli edifici residenziali, ci si attende che raggiungano una classificazione energetica F entro il 2030 e pari a E entro il 2033

Attualmente, il patrimonio immobiliare del nostro Paese ha ancora tanta strada da percorrere: secondo una recente indagine condotta da Unipol-Ipsos, infatti, il 52% della popolazione non conosce la classe energetica della propria abitazione (più della metà degli italiani!) e soltanto l’8% sarebbe disponibile a effettuare i necessari interventi per adeguare il proprio immobile alla nuova direttiva UE sulle case green. 

Se si considera che la valutazione energetica dell’edificio è un dato indispensabile (che, in questo caso, significa obbligatorio) per rogiti, annunci immobiliari, contratti di locazione, detrazioni e sgravi fiscali, e che sono previste pesanti sanzioni amministrative per chi non produce l’EPE in tutti questi casi, è facile comprendere perché tale tendenza debba necessariamente cambiare. 

A occuparsi della corretta attribuzione delle classi energetiche deve essere sempre una figura professionale specifica, chiamata classificatore energetico, che ha il compito di effettuare una diagnosi energetica dell’immobile e di accertarne il consumo di energia in condizioni climatiche standard variabili a seconda della zona climatica. Una volta calcolato questo valore, verranno individuate le eventuali strategie di miglioramento di consumi e fabbisogni: è il già citato efficientamento energetico

L’efficientamento energetico dell’immobile è quasi sempre lo step successivo all’attestazione della sua classe energetica

L’argomento dell’efficientamento energetico degli immobili è molto tecnico ed estremamente vasto, poiché comprende un’infinità di pratiche, processi e interventi che permettono di ottimizzare i consumi di energia degli edifici. Senza voler entrare nel merito di una tematica così complessa, possiamo affermare che uno dei primi interventi generalmente svolti per ottenere questo risultato è la sostituzione degli impianti preesistenti con soluzioni tecnologicamente più evolute per tutte le esigenze di un immobile: il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda sanitaria.

Per quanto riguarda invece la caldaia, i modelli attualmente considerati più performanti sono quelli a condensazione o a biomassa o, in alternativa, a gas ad alta efficienza. Esistono anche soluzioni che possono essere impiegate non solo per il riscaldamento, ma anche per il raffrescamento: è il caso ad esempio degli impianti a pannelli radianti.

E ancora, un’altra eccellente modalità per efficientare la propria casa dal punto di vista energetico consiste nel favorire la produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, come avviene ad esempio con le pompe di calore geotermiche o i ben noti impianti fotovoltaici.

Un altro importantissimo intervento per massimizzare le prestazioni energetiche è infine l’isolamento dell’involucro edilizio, seguito dall’installazione di infissi e serramenti con alti valori di isolamento termoacustico e dall’impiego di moderni impianti di meccanizzazione dell’aria

Tutte queste strategie sommate non soltanto daranno vita a un immobile energeticamente più efficiente – e quindi caratterizzato da una classe energetica più alta – ma anche più confortevole da abitare, meno inquinante per l’ambiente e con un più alto valore sul mercato.