Ecco i trend energetici del prossimo futuro secondo Eaton

Eaton, l’azienda globale di gestione energetica, ha nelle scorse settimane pubblicato quelli che, secondo l’opinione dei suoi analisti, saranno i principali trend energetici del futuro.

Eaton conferma che, già a partire da quest’anno, a guidare l’implementazione di nuovi modelli per la produzione di energia elettrica sarà la transizione energetica necessaria a soddisfare gli obiettivi di neutralità climatica imposti dall’Unione Europea.

L’analisi cui si fa riferimento inizia tuttavia dal 2022, un anno che ha segnato l’inizio del conflitto in Ucraina e, di riflesso, inevitabilmente modificato il settore dell’energia a livello mondiale generando un sensibile aumento dei prezzi (abbiamo dedicato alla crisi energetica dello scorso anno un articolo che puoi leggere qui). Come conseguenza di tale situazione, sono stati numerosi i Paesi che hanno scelto di investire sempre più risorse nello sviluppo delle energie rinnovabili così da vedersi garantito un grado di indipendenza energetica progressivamente maggiore.

Per quanto riguarda il prossimo futuro, le tendenze secondo Eaton saranno essenzialmente tre: decarbonizzazione, digitalizzazione e decentralizzazione.

La produzione decentralizzata dell’energia per favorire la decarbonizzazione

Il termine “decentralizzazione” si riferisce alla produzione decentralizzata dell’energia, ossia al sempre più frequente passaggio degli utenti– siano essi singole abitazioni o aziende – da una modalità consumer a una modalità prosumer.

Quest’ultimo termine fonde al proprio interno le parole “produttore” e “consumatore” e si riferisce a coloro che sceglieranno di generare in modo autonomo una parte della propria energia utilizzando fonti diverse (ad esempio i sistemi fotovoltaici). I nuovi utenti prosumer utilizzeranno anche sistemi di accumulo dell’energia per ottimizzare i consumi dell’energia che auto-producono.

In considerazione della riduzione della loro dipendenza dai combustibili fossili, è facile intuire il ruolo importantissimo che queste nuove figure giocheranno nel contrasto al cambiamento climatico. Allo stesso tempo, la quantità di energia che verrà generata a livello locale permetterà all’intero Paese di limitare le importazioni dall’estero, e favorirà quindi l’indipendenza energetica.

Al momento attuale, resta comunque da chiarire come gestire al meglio i momenti di picco della domanda, durante i quali la stabilità della rete dovrà mantenersi costante e rispondere anche alle esigenze (variabili) dei prosumer.

Nell’ambito della produzione decentralizzata dell’energia, ci si attende anche che gli operatori di rete sfruttino la cosiddetta “flessibilità della domanda”: in parole semplici, con il passare del tempo i prosumer acquisteranno sempre maggiore familiarità con le dinamiche di produzione e venderanno alla rete l’energia in esubero prodotta dai propri sistemi di accumulo per trarne profitto. Un recente report DNV pubblicato da SmartEn e supportato proprio da Eaton indica che, beneficiando appieno della flessibilità della rete, si potrebbero risparmiare fino a 29.1 miliardi di euro e 37.5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra l’anno entro il 2030.

Digitalizzazione: infrastrutture rinnovate e cyber-sicurezza

Per quanto riguarda l’aspetto della digitalizzazione, esso è necessario a supportare il nuovo modello energetico, per sua natura complesso, dinamico e variabile nella richiesta.

La sfida del settore delle utilities è duplice: da un lato è necessario digitalizzare le reti; dall’altro, fare in modo che siano supportate da infrastrutture aggiornate, performanti e sicure. L’intero sistema fisico, così come quello digitale, dovrà essere quindi correttamente preparato per la transizione energetica e per l’elaborazione di una grande quantità di dati, tenendo conto che tale integrazione di informazioni in un solo sistema potrà aumentarne la vulnerabilità ai cyber-attacchi.

Per raggiungere gli obiettivi di sicurezza necessari a garantire che le infrastrutture energetiche non vengano compromesse, i settori dell’energia e della cyber-security dovranno lavorare gomito a gomito investendo e sviluppando tecnologie innovative per una gestione ottimale del risk management.

In particolare in termini di rinnovamento delle infrastrutture, gli interventi sono e saranno molteplici, e uno dei più interessanti è senza dubbio quello relativo ai quadri elettrici privi di gas SF6.

L’impiego di questo gas nei quadri elettrici di media tensione è già vietato in UE e in altri Paesi da metà 2020 perché responsabile del riscaldamento globale. Per il futuro, ci si attende quindi lo sviluppo di alternative performanti, specie in considerazione di reti decentralizzate ad alta intensità di energia rinnovabile che richiedono frequenti commutazione.

Va da sé che a fronte dello sviluppo di tecnologie efficienti aumenteranno anche gli incentivi ad eliminare del tutto – e in tempi molto rapidi – il gas SF6.