Energia al futuro: le rinnovabili impiegano 12.7 milioni di persone

Continua il trend positivo delle energie rinnovabili, che oltre a essere ormai considerate l’energia del futuro, diventano sempre di più anche il futuro di tanti lavoratori.

Secondo quanto riportato nella nuova edizione del rapporto “Renewable Energy and Jobs Annual Review 2021” prodotto da IRENA, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel 2021 le figure professionali impiegate nel settore della “green energy” sono aumentate di settecentomila unità rispetto all’anno precedente, raggiungendo il totale di 12,7 milioni di persone in tutto il mondo.

Circa due terzi di questi posti di lavoro si trovano in Asia e la Cina (che esporta nel mondo circa la metà dei suoi moduli fotovoltaici) vanta da sola ben il 42% dei lavoratori totali, seguita dai Paesi dell’UE e dal Brasile (con il 10% dei professionisti ciascuno) e da Stati Uniti e India (con il 7% dei lavoratori a testa).

Tale ascesa è ancora più evidente se le ultime cifre vengono paragonate a quelle del 2019 (11,5 milioni), del 2018 (11 milioni) e del 2012 (7,3 milioni) e specialmente se si considerano l’impatto trasversale dell’emergenza sanitaria causata dal COVID-19 e l’attuale crisi energetica.

Il fotovoltaico continua a guidare il settore della green energy

Quello del 2021 è il nono rapporto annuale pubblicato da IRENA, che sottolinea come a trainare l’industria delle rinnovabili sia il fotovoltaico: da solo, questo comparto impiega infatti circa 4,3 milioni di lavoratori, ossia più di un terzo del totale. Segue il settore eolico, che occupa oggi nel mondo 1,3 milioni di persone, un numero che potrebbe aumentare nel prossimo futuro in considerazione degli attuali investimenti nella costruzione delle infrastrutture necessarie alle installazioni offshore.

Nello specifico, il fotovoltaico in Europa impiega – secondo l’EU Solar Jobs Report 2022 di SolarPower Europe466mila persone, con un incremento di più del 30% rispetto al 2020 (quando i lavoratori nel settore erano 358mila). Si procede bene, quindi, ma si può fare meglio – specialmente in considerazione degli ambiziosi obiettivi di sicurezza energetica fissati dall’UE, di cui abbiamo parlato più in dettaglio in questo nostro articolo.

È anche importante sottolineare che questa tendenza in crescita – che continua ormai dal 2012 – potrebbe subire un’impennata ancora maggiore a fronte di politiche internazionali di supporto che si impegnino a guidare in modo concreto e continuo la transizione energetica dei vari Paesi fino al raggiungimento della reale neutralità climatica. In uno scenario tale, l’occupazione nel settore delle rinnovabili continuerebbe ad aumentare, generando importantissimi benefici socioeconomici sia per i singoli lavoratori che per le comunità nel loro complesso.

Per quanto riguarda comunque le previsioni future, lo studio di IRENA stima che entro il 2030 i lavoratori impegnati nelle energie rinnovabili toccheranno quota mondiale 38.2 milioni: questo risultato potrà essere ottenuto a fronte di una reale transizione energetica e di investimenti mirati portando, sul lunghissimo termine, alla creazione di ben 139 milioni di posti di lavoro (74 milioni dei quali concentrati negli ambiti d’efficientamento energetico, veicoli elettrici, power system/flessibilità e idrogeno).

Come il COVID-19 ha impattato sul settore delle energie rinnovabili

Tra gli insight più interessanti pubblicati nel rapporto IRENA 2021 figura l’impatto avuto dalla pandemia di Coronavirus sul settore delle energie rinnovabili nel suo complesso.

In tal senso, scopriamo che gli inevitabili e ben noti ritardi nelle catene di approvvigionamento hanno in vari casi provocato gravi conseguenze sui posti di lavoro. Tale contraccolpo è stato registrato in diversi segmenti di mercato e in vari Paesi in modo variabile.

Così riporta il dossier: “Le controversie commerciali e le rivalità geopolitiche stanno rafforzando l’interesse per la localizzazione delle supply chain, sia per implementare la resilienza a fronte di shock esterni sia per stimolare la creazione di nuova occupazione e valore interno. Numerosi Paesi stanno adottando misure commerciali e strategie di politica industriale per realizzare ed espandere le loro catene di approvvigionamento. Altri obiettivi politici chiave includono la garanzia che i posti di lavoro siano dignitosi e che forniscano pari opportunità a donne, giovani e minoranze.”

Conferma i valori positivi dell’industria delle rinnovabili anche Francesco LaCamera, Direttore Generale di IRENA, in un commento rilasciato poco dopo la pubblicazione del dossier: “Di fronte a numerose sfide, i posti di lavoro nelle energie rinnovabili hanno dimostrato la loro resilienza; il mio consiglio ai governi di tutto il mondo è di perseguire politiche industriali che ne incoraggino la crescita a livello nazionale. In questo modo aumenteranno le opportunità commerciali e di lavoro, ma anche l’affidabilità della catena di approvvigionamento, contribuendo a una maggiore sicurezza energetica in generale.”

Le misure per promuovere l’economia circolare nel settore delle rinnovabili

Infine, molto interessante nel report IRENA è l’elenco delle dodici azioni che possono accelerare un approccio circolare nel design, nella produzione e nella gestione delle infrastrutture destinate alle energie rinnovabili. Tali step possono – e dovrebbero – essere applicati in ogni Paese così generare benefici a cascata per le aziende, i lavoratori e le comunità.

Eccoli a seguire:

  1. Generazione di dati, statistiche, analisi e ricerche più specifiche, disaggregate per genere.
  2. Diffusione dell’educazione all’economia circolare come mezzo essenziale per ridurre la carbon footprint del settore.
  3. Impegno concreto ai più alti livelli del processo decisionale per rendere l’economia circolare un obiettivo di settore condiviso.
  4. Adozione di leggi, regolamenti, politiche e piani coerenti a una reale transizione verso la circolarità.
  5. Messa in atto di politiche macroeconomiche, commerciali, fiscali e di mercato che offrano concreto sostegno.
  6. Progettazione di infrastrutture per le rinnovabili con obiettivi di durata nel tempo, riutilizzo e riciclaggio sicuro.
  7. Rivalutazione degli attuali modelli di business delle energie pulite e delle catene di approvvigionamento in una prospettiva di crescita a lungo termine del settore.
  8. Incentivazione all’adozione e all’innovazione di modelli di business basati sulle rinnovabili.
  9. Diminuzione della dipendenza da materiali vergini e reintegrazione dei materiali riciclati.
  10. Riduzione della produzione di rifiuti e inquinamento e miglioramento delle condizioni di lavoro nella produzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile.
  11. Mantenimento delle infrastrutture e delle attrezzature per tempi più prolungati.
  12. Incremento degli investimenti in sistemi avanzati di manutenzione, riutilizzo, riparazione, riciclaggio a circuito chiuso e aperto e gestione dei rifiuti.

Questi approcci virtuosi, uniti all’orientamento all’indipendenza energetica laddove possibile, saranno driver fondamentali perché il settore della green energy possa continuare a fiorire anche sul lungo periodo.