Economia circolare: l’Italia è la nazione europea che meglio ricicla i rifiuti

L’Italia è la nazione europea che meglio ricicla i suoi rifiuti, secondo un recente report pubblicato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: la percentuale media di recupero del Belpaese è infatti pari al 72%, rispetto alla media dell’UE che ammonta “solo” al 53%.

La ricerca, intitolata “Il Riciclo in Italia”, identifica questo settore come uno dei pilastri fondamentali dell’economia circolare, oltre che, come un traino economico, industriale e occupazionale potenzialmente molto importante.

Gli ottimi risultati ottenuti dal nostro Paese confermano un trend in ascesa che, in tempi molto rapidi, ha essenzialmente rivoluzionato la gestione dei rifiuti: si stima infatti che dal 2000 al 2020 la quantità di rifiuti avviata al recupero sia quasi raddoppiata, passando da 30 a 65 milioni di tonnellate. Di questi, circa 54 milioni di tonnellate sarebbero state effettivamente sottoposte a riciclo, dando vita a un settore industriale composto già nel 2020 da ben 4800 imprese su tutto il territorio nazionale.

Per quanto riguarda il valore economico del riciclo dei rifiuti, il rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile stima che sia pari a 10,5 miliardi di euro e che crei occupazione per oltre 236 mila professionisti.

I materiali in cui l’Italia è “campionessa di riciclo” sono numerosi e includono carta, metalli, legno, gomma, rifiuti organici, fibre tessili, vetro, plastica ma anche RAEE e oli esausti.

In merito ai dati più recenti, quelli relativi all’anno 2020, scopriamo che nel nostro Paese sono stati gestiti rifiuti per un totale di 114 milioni di tonnellate (la cifra non include gli inerti né i rifiuti da bonifica) e che la quantità destinata al recupero di energia e materia è arrivata a toccare i 54 milioni di tonnellate. Per contro, si è ridotto in modo considerevole l’avvio a smaltimento, ossia la gestione del rifiuto che non prevede riciclo: quest’ultimo è passato infatti da 32 a 12 milioni di tonnellate negli ultimi vent’anni.

Dal punto di vista percentuale, nel 2020 in Italia è stato riciclato il 47% dei rifiuti, in particolar modo relativi a metalli, organico e carta.

Il riciclo in Italia è diventato un settore industriale

Il report di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile sottolinea come le attività di riciclo dei rifiuti abbiano dato vita ad un vero e proprio comparto industriale, tanto che, ben il 70% di esse, è stato condotto, nel 2020, da operatori di “waste management” professionali.

Che tipo di imprese italiane si occupa della gestione dei rifiuti? La ricerca segnala che, perlopiù, si tratta ancora di business di piccole dimensioni: il 62% delle aziende conta infatti meno di dieci addetti, mentre le organizzazioni molto strutturate, ossia con più di 250 dipendenti, ammontano per il momento al solo 5% (occupando però ben il 66% della forza lavoro totale).

Il settore del recupero dei rifiuti sta inoltre attraversando un trend positivo, con una crescita negli ultimi dieci anni pari al 6%, percentuale che tocca addirittura il 40% in riferimento alle imprese altamente specializzate nelle attività di riciclo.

In termini numerici, scopriamo poi che nel 2020 sono state circa 2600 le imprese italiane che hanno concretamente riciclato ben 34 milioni di tonnellate di rifiuti in gomma, carta, legno, metalli, vetro, plastica e tessile: si tratta di una crescita del 17% rispetto al 2014 e classifica il nostro Paese come uno dei più virtuosi in Europa.

È interessante poi notare che, l’Italia è seconda in classifica per quanto riguarda il tasso di utilizzo di materia riciclata, con una percentuale pari al 21,6%: siamo stati superati, e di poco, soltanto dalla vicina Francia (22,2%).

Quali materiali vengono riciclati di più in Italia

Infine, per quanto riguarda i materiali più sottoposti a riciclo nel nostro Paese, il rapporto “Il Riciclo in Italia” ci indica come campioni assoluti in alcune categorie (i dati sono in questo caso riferiti al 2021):

  • I rifiuti da imballaggio: 10,5 milioni di tonnellate sono state raccolte e avviate al riciclo su un totale di 14,3 milioni di tonnellate immesse al consumo. In particolare, il riciclo di packaging in carta e cartone ha segnato un incremento del 9,7%, pari a 4,5 milioni di tonnellate recuperate e ad una percentuale dell’85,1%: un valore che ha permesso all’Italia di raggiungere e addirittura superare gli obiettivi fissati dalla direttiva UE per il 2030. Il medesimo risultato è stato ottenuto per i packaging in plastica, valorizzati a riciclo in una percentuale del 55,6%.
  • Le bioplastiche: la crescita della loro produzione nel 2021 è stata del 25% rispetto al 2020, per un totale di 1,6 milioni di tonnellate.
  • Il vetro: nell’anno di riferimento l’Italia ha riciclato 2,2 milioni di tonnellate di materiale, equivalenti a una percentuale del 77%, che nuovamente ci ha permesso di superare gli obiettivi UE per il 2030.

Infine, un piccolo inciso relativo al recupero dei rifiuti organici, che nel 2021 è stato pari a 7,2 milioni di tonnellate gestite da 359 impianti in tutta Italia. Di questi, solo 65 sono impianti integrati ma trattano più di metà del totale (52%) dei materiali: si tratta di un dato importante per la produzione di biometano perché, come sottolineato dal rapporto, potrebbe presto portare il settore ad offrire il proprio contributo nel contrasto all’attuale crisi energetica.