La domanda mondiale di energia è in crescita. E anche le emissioni
Secondo le previsioni dell’Energy Information Administration (EIA), la principale agenzia del sistema statistico federale degli Stati Uniti responsabile della raccolta, analisi e diffusione di informazioni sull’energia, i consumi globali di quest’ultima sono destinati a una crescita costante fino al 2050, superando i progressi in termini di efficienza energetica e causando, inevitabilmente, anche un aumento delle emissioni di gas serra in atmosfera.
Questo scenario è stato delineato con precisione nel recente rapporto International Energy Outlook 2023 (IEO2023) pubblicato proprio dall’EIA, che analizza i mercati energetici mondiali a lungo termine in sedici aree geografiche fino al 2050. Il documento sottolinea la necessità di promuovere politiche proattive e di sviluppare tecnologie a zero emissioni di carbonio per contrastare la crescente domanda mondiale di energia e le relative emissioni, altrimenti destinate a intensificarsi – portando a un aggravamento della problematica del riscaldamento globale.
Il rapporto mette in guarda sulla situazione attuale, ponendo l’attenzione su fattori chiave che contribuiscono alla crescita della domanda energetica come l’aumento demografico, l’incremento della produzione regionale e gli standard di vita sempre più alti, che aumentano il consumo di combustibili fossili e l’inquinamento, in particolare nei settori industriale ed elettrico.
E se, da un lato, si ritiene che le nuove tecnologie “pulite” (ossia a zero emissioni di carbonio) saranno effettivamente in grado di soddisfare gran parte di questa richiesta di energia, dall’altro esse non saranno sufficienti ad abbattere le emissioni a meno che le attuali normative non vengano ulteriormente migliorate. Queste tendenze compensano infatti le riduzioni delle emissioni derivanti dal miglioramento dell’efficienza energetica, dalla minore intensità di carbonio del mix di combustibili e dalla crescita dell’energia da combustibili non fossili.
La crescita della domanda di energia interessa soprattutto i settori industriale e residenziale
L’analisi IEO2023 evidenzia anche il clima di notevole incertezza che, quasi certamente, permeerà i prossimi trent’anni del panorama energetico globale, sottolineando l’importanza del report nel ruolo di valutazione plausibile e oggettiva delle tendenze energetiche fino al 2050, ossia nella prima metà del nuovo secolo.
Secondo Joe DeCarolis, l’amministratore dell’EIA, lo studio offre una serie di linee guida oggettive e politicamente neutrali che potrebbero facilitare decisioni più informate e consapevoli in uno scenario che, per molti versi, rimane al momento ancora ambiguo.
Molto interessante è anche notare che, nell’analisi della domanda mondiale di energia entro il 2050, emerga una particolare accelerazione in ambito residenziale e industriale. In termini pratici, sarà l’industria a diventare il maggiore consumatore di combustibili liquidi, superando anche l’energivoro settore dei trasporti che sarà invece più facilitato nella transizione grazie alla crescente diffusione dei veicoli elettrici.
Per quanto riguarda la capacità elettrica globale, si prevede un aumento significativo (tra il 55% e il 108%) entro il 2050, con una produzione che potrebbe registrare rialzi tra il 30% e il 76%. Come già confermato da ulteriori ricerche, saranno le energie rinnovabili (e il nucleare) a costituire la maggior parte della crescita: in questo caso, l’incremento della produzione è stimato tra il 54% e il 67%, mentre la capacità globale di accumulo delle batterie, nel 2022 pari a meno dell’1%, raggiungerà una percentuale tra il 4% e il 9% entro i prossimi venticinque anni.
Energia da fonti fossili: destinata a scendere, ma condizionata dagli eventi geopolitici
E le fonti fossili? La loro dinamica sembra variare da regione a regione, ma nella maggior parte degli scenari contemplati dal report la crescita della produzione di energia proveniente da combustibili non fossili tende fortunatamente a superarla. Tuttavia, ci sono variabili che è quasi impossibile calcolare a priori perché l’offerta, il consumo e i modelli commerciali di gas naturale e petrolio greggio sono fortemente influenzati dagli eventi geopolitici: un esempio è il conflitto in Ucraina, ad oggi ancora in corso, che ha portato a una crisi energetica internazionale e condiziona le esportazioni russe verso i mercati occidentali.
Più nello specifico, la crescita più elevata del consumo globale di carbone fino al 2050 si verificherà nel settore dell’energia elettrica. Sebbene le tecnologie a zero emissioni di carbonio offrano il maggiore incremento della capacità e della generazione di elettricità, i generatori alimentati a carbone continueranno comunque a essere utilizzati anche nel prossimo futuro.
Fino al 2050, circa due terzi del consumo mondiale di carbone saranno relativi a Cina e India. Per quanto riguarda la prima, tuttavia, ci si attende che il suo consumo di carbone diminuisca del 18% entro i prossimi venticinque anni.
Infine, la documentazione prodotta dall’EIA indica che il Medio Oriente e il Nord America risponderanno a tale scenario aumentando la produzione e le esportazioni di gas naturale per soddisfare la crescente domanda, in particolare nei mercati emergenti come Cina, India, Sud-Est asiatico e Africa. La domanda di energia in queste regioni continuerà, di riflesso, a sostenere la crescita della produzione globale di gas naturale nei casi esaminati dal report.