Energia e aziende: le nuove normative Net Zero

Nelle scorse settimane è stata pubblicata la quarta edizione del report su energia e aziende realizzata da Centrica Business Solutions (che è possibile scaricare qui): l’obiettivo della ricerca era fornire una panoramica dettagliata e completa sulle tematiche della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica in vista degli obiettivi Net Zero.

Il termine “Net Zero”, lo ricordiamo, descrive una situazione in cui le emissioni di gas serra prodotte da un’attività umana sono bilanciate dalla rimozione di una quantità equivalente di emissioni dall’atmosfera – o da altre azioni finalizzate a ridurle al minimo. In sintesi, l’obiettivo del Net Zero è il raggiungimento di un pieno equilibrio tra le emissioni di gas serra prodotte e quelle rimosse o compensate, così da contribuire agli sforzi globali per contrastare i cambiamenti climatici.

Gli obiettivi Net Zero possono essere raggiunti in diverse modalità:

  • Riduzione delle emissioni di gas serra, per esempio attraverso l’adozione di tecnologie più efficienti, la transizione verso fonti di energia più pulite o l’implementazione di pratiche aziendali più sostenibili.
  • Rimozione delle emissioni dall’atmosfera, tramite l’impiego di tecnologie di cattura e stoccaggio di carbonio o con azioni che ne promuovono il riassorbimento, come la riforestazione.
  • Compensazione delle emissioni, con il finanziamento di progetti dedicati alla produzione di energia rinnovabile o, di nuovo, alla riforestazione.

L’impegno nei confronti del Net Zero è ormai sempre più diffuso sia tra le aziende che tra i governi, e si muove di pari passo con la crescita della consapevolezza dell’urgenza di affrontare il problema del riscaldamento globale. In questo senso, sono numerosi i Paesi, le aziende e le organizzazioni che hanno già annunciato obiettivi di Net Zero entro un determinato periodo nell’ottica del raggiungimento dei propositi stipulati nell’Accordo di Parigi sul Clima.

Vediamo ora, secondo la quarta edizione dell’indagine condotta da Centrica Business Solutions, che ha coinvolto trecento organizzazioni europee attive in vari settori, quali sono le principali pratiche aziendali che plasmeranno le future strategie energetiche delle imprese e i problemi che le aziende riscontrano attualmente.

Transizione energetica e sostenibilità: quali sono le difficoltà che frenano le imprese?

Il primo e più importante concetto che emerge dalla ricerca è la difficoltà, da parte delle aziende che intendono investire nella sostenibilità, di interpretare le complesse normative vigenti e di individuare gli strumenti di transizione energetica più adeguati al loro business.

Inoltre, sebbene le pressioni crescenti degli stakeholder e un contesto normativo sempre più severo stiano spingendo molte aziende a intraprendere azioni più decise verso il Net Zero, alcune imprese esitano nell’implementare soluzioni innovative a causa di false credenze sulla disponibilità tecnologica e delle sfide nell’accesso ai finanziamenti. Questa esitazione impedisce alle organizzazioni di sfruttare tutto il potenziale delle soluzioni energetiche avanzate oggi disponibili sul mercato.

Altre preoccupazioni sono legate alla rendicontazione delle emissioni, in particolare di Scope 1 e Scope 2 (segnalato dal 68% delle aziende intervistate), alla gestione dei rischi associati alla conformità normativa (66%) e ai prezzi delle emissioni (65%).

Il prezzo della CO2 sembra essere la voce di spesa che più mette sotto pressione le aziende, che temono una riduzione del loro margine di profitto.

Gli investimenti delle aziende in un’ottica di riduzione delle emissioni

Per quanto riguarda invece gli investimenti che le aziende scelgono per ridurre le emissioni di gas serra, la principale è il passaggio al gas naturale o alla biomassa (per il 33% delle imprese intervistate). Il 79% delle organizzazioni intende anche riprogettare i propri prodotti e servizi, mentre il 76% punta alla quantificazione e rendicontazione delle emissioni di CO2.

Infine, il 73% delle aziende ha in cantiere la realizzazione di impianti dedicati alla generazione di energia pulita.

E l’idrogeno? Anch’esso sembra essere una soluzione interessante, specialmente in un’ottica di sviluppo di tecnologie e carburanti futuri. Ad oggi, il 24% delle aziende intervistate sta già operando in questo senso, sia attraverso processi di Ricerca e Sviluppo interni sia con la stipula di contratti basati sul cosiddetto idrogeno blu, ossia proveniente da risorse non rinnovabili.

Per quanto riguarda invece l’idrogeno verde, ovvero derivante da fonti di energia rinnovabili, soltanto un’impresa su dieci ha già dato il via a progetti di sviluppo – che pure sono ancora in via di pianificazione (gli investimenti veri e propri interessano infatti solo il 2% delle aziende intervistate). A mettere il freno a queste iniziative è, per il momento, quella che viene percepita come una mancanza di maturità tecnologica.

Raggiungimento degli obiettivi Net Zero: quali sono le prospettive future per le imprese?

In un contesto in cui l’azione è fondamentale, le aziende devono superare la falsa convinzione che la tecnologia non sia ancora pronta per l’implementazione su larga scala. L’evoluzione tecnologica consente già oggi alle aziende di convertire gli impianti esistenti per utilizzare l’idrogeno, garantendo la flessibilità necessaria per una transizione graduale. Un esempio di tale approccio è rappresentato dagli attuali sistemi di cogenerazione a gas naturale o biomassa, che possono essere riconvertiti per un utilizzo a idrogeno: le aziende che dovessero favorire questa scelta avrebbero a disposizione un impianto evoluto e flessibile che, nel prossimo futuro, potrebbe essere alimentato con una miscela parzialmente a base di idrogeno e, successivamente, totalmente a base di idrogeno.

In conclusione, la sfida verso il Net Zero rappresenta una necessità urgente e inderogabile per tutte le aziende europee. Superare le convinzioni errate, adottare misure tempestive e investire nelle soluzioni tecnologiche già disponibili è essenziale per un futuro più sostenibile e resiliente, e per le imprese che vogliono vedersi garantita una concreta leva competitiva sul mercato.