Come il nuovo Piano Europeo agevola il ricorso alle fonti rinnovabili

L’UE mira a costruire un’Europa sempre più “verde” grazie alla diffusione progressivamente più marcata e trasversale dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, che dovrà pertanto essere più facile da realizzare e ottenere, più conveniente dal punto di vista economico e burocraticamente più snella. Questo è, in sintesi, l’obiettivo del piano REPowerEU presentato dalla Commissione Europea alla fine della scorsa primavera.

Chiaramente, in considerazione dell’attuale scenario geopolitico si fa ora imperante l’esigenza di ottenere, per l’Europa intera, una vera indipedenza energetica – poiché soltanto attraverso di essa sarà possibile agevolare e velocizzare la cosiddetta “transizione verde”. E particolare attenzione è dedicata, in questo senso, a diversi nuovi interventi orientati alle fonti di energia rinnovabile, all’efficientamento energetico e alle comunità energetiche.

Vediamo quindi insieme quali sono i punti salienti proposti nel nuovo pacchetto REPowerEU.

Le principali novità del piano REPowerEU della Commissione Europea: il pacchetto “Pronti per il 55%”

Come accennato, l’energia proveniente da fonti “pulite” rappresenta senza dubbio uno dei pilastri di REPowerEU, che di fatto si propone come risposta concreta alle difficoltà energetiche e dei mercati riscontrate a partire dall’inizio del conflitto in Ucraina. Per smarcarsi dalla dipendenza energetica da altre nazioni, l’Europa punta essenzialmente ad accelerare il suo percorso verso la transizione verde che, a sua volta, genererà un abbassamento dei prezzi dell’energia.

In questo senso, il pacchetto presentato dalla Commissione Europea propone di aumentare dal 40% al 45% le rinnovabili entro il 2030, rafforzando contestualmente le misure di efficienza energetica a lungo termine con un incremento dal 9% al 13% dell’obiettivo vincolante. In più, REPowerEU punta ad abbattere sia nell’industria che nei trasporti il ricorso ai combustibili fossili.

L’azione è quindi su più fronti: industria, edilizia e trasporti. In tutti e tre questi tre ambiti, espandere e accelerare l’impiego di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili è il fine ultimo da perseguire per conseguire una reale indipendenza energetica, ottenere e promuovere una maggiore sostenibilità ambientale e fornire energia a prezzi più convenienti.

REPowerEU specifica le novità in un apposito pacchetto, intitolato “Pronti per il 55%”, che riassumiamo a seguire:

  • L’UE propone una strategia per raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030.
  • Introduzione graduale dell’obbligo giuridico di installare pannelli solari sui tetti di tutti i nuovi edifici pubblici, residenziali e commerciali.
  • Raddoppiamento del tasso di diffusione delle pompe di calore unito a misure per l’integrazione di energia termosolare e geotermica nei sistemi di teleriscaldamento e riscaldamento collettivo.
  • Definizione di un obiettivo di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotto in Europa e di altrettanto idrogeno importato entro il 2030, così da sostituire gas naturale, carbone e petrolio nei trasporti e nei settori industriali in cui la decarbonizzazione è più complessa.
  • Piano di azione per il biometano con la definizione di strumenti specifici, quali il nuovo partenariato industriale e gli incentivi finanziari per portare la produzione a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.
  • Raccomandazione della Commissione UE in merito al riconoscimento delle energie rinnovabili come “interesse pubblico prevalente” attraverso una modifica mirata alla direttiva ad esse dedicata.

In merito a quest’ultimo punto, è importante sottolineare che la Commissione Europea richiede anche che gli Stati membri istituiscano zone di riferimento specifiche per le rinnovabili e che le procedure di autorizzazione, specialmente in presenza di rischi ambientali minori, siano più brevi e semplici. Per ridurre al minimo l’imbuto della burocrazia, la Commissione ha in tal senso già messo a disposizione informazioni sulle aree ambientali sensibili utilizzando il proprio strumento di mappatura digitale dei dati geografici legati ad energia, industria e infrastrutture.

Per quanto riguarda invece gli obiettivi legati all’idrogeno rinnovabile, l’UE ha scelto di stanziare finanziamenti supplementari per un totale di 200 milioni di euro da investire nella ricerca, con l’impegno a completare la valutazione dei primi progetti di interesse comune addirittura entro la fine di questa estate.

Ecco quindi che REPowerEU si propone di realizzare l’indipendenza energetica europea lungo diverse direttrici: il risparmio energetico, la rapida e netta diffusione delle energie rinnovabili in tutti i suoi Stati membri, la sostituzione progressiva dei combustibili fossili nelle abitazioni, nelle industrie e nella generazione di energia elettrica e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Se tali piani verranno portati a compimento, l’Europa sperimenterà inoltre un’impennata nell’economia, nella sicurezza e nell’attenzione all’ambiente, a beneficio di tutte le figure coinvolte.

Soddisfatta della direzione presa Legambiente, che commenta attraverso il suo presidente Stefano Ciafani: “Sul fronte delle energie pulite, il REPowerEU rappresenta una buona notizia dato che contiene misure e interventi che potranno portare benefici all’ambiente, all’economia ma anche a quelle imprese e cittadini che scelgono e sceglieranno di investire su queste fonti. Ben venga, infatti, l’innalzamento dei target delle rinnovabili al 2030, dal 40% al 45%, la proposta di revisione della direttiva per semplificare il processo autorizzativo e quella di installare pannelli solari per tutti gli edifici insieme a una maggiore diffusione delle comunità energetiche. Bene anche le misure previste per l’efficientamento energetico con l’obiettivo al 2030 che passa dal 9 al 13%”.