Cosa dice il Decreto sulle Agevolazioni in merito al cosiddetto “idrogeno verde”?
L’idrogeno verde è considerato la variante “pulita” del comune idrogeno. Non è presente in natura, ma può essere prodotto con l’impiego di fonti rinnovabili e attraverso un particolare processo chiamato elettrolisi. L’elettrolisi permette quindi la produzione di idrogeno verde che, successivamente trasformato, diventa energia e vapore acqueo con la garanzia di totale assenza di effetti inquinanti.
Questa premessa è importante per comprendere le novità introdotte dal Decreto Ministeriale PNRR 2 relativamente alle “Condizioni per l’accesso alle agevolazioni sul consumo di energia rinnovabile in impianti di elettrolisi per la produzione di idrogeno verde”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 settembre 2022 ed entrato ufficialmente in vigore il giorno seguente.
Chiamato anche Decreto sulle Agevolazioni, il documento, convertito con modifiche dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, permette ora di ottenere interessanti agevolazioni per la produzione di idrogeno verde sul territorio italiano. Tra queste, quelle più degne di nota riguardano la possibilità di non sostenere gli oneri generali afferenti al sistema elettrico, la cumulabilità dell’agevolazione con altri sgravi fiscali concessi sempre in favore dell’H2 green e l’esenzione dall’accisa se l’idrogeno verde non viene direttamente utilizzato come carburante nei motori termici.
A determinare le modalità di fruizione dell’agevolazione e quelle per la copertura degli oneri generali di sistema sarà ARERA, ossia l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
A chi si rivolgono le agevolazioni previste dal Decreto PNRR 2
Il Ministero della Transizione Ecologica ha reso noti i casi, le condizioni tecniche e la platea dei beneficiari che potranno usufruire allo sgravio applicato all’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili utilizzata per alimentare gli impianti di produzione di idrogeno verde sul territorio nazionale. Tutti i dettagli sono inclusi nell’atto ministeriale pubblicato recentemente sulla Gazzetta Ufficiale.
In sintesi, il provvedimento si rivolge a soggetti pubblici e privati relativamente ai consumi elettrici annui da FER utilizzati per l’elettrolisi. La condizione chiave per l’accesso all’esenzione è che l’idrogeno verde prodotto porti a una riduzione delle emissioni del gas serra nel ciclo di vita pari al 73,4% rispetto a un combustibile fossile di riferimento di 94 g CO2e/MJ.
Inoltre, l’idrogeno verde dovrà necessariamente essere prodotto per elettrolisi a partire da fonti di energia rinnovabili e/o dall’energia elettrica di rete, sia per quanto riguarda gli impianti co-localizzati che tramite l’impiego di un tratto di rete elettrica.
Nel caso in cui tali requisiti venissero soddisfatti, l’energia elettrica rinnovabile impiegata negli impianti di elettrolisi per la produzione di idrogeno verde non sarebbe assoggettata al pagamento della quota variabile degli oneri generali relativi al sistema elettrico.
Per quanto riguarda invece il calcolo e la verifica del requisito di riduzione delle emissioni di gas serra, essi dovranno avvenire “considerando la media annuale dei contributi apportati da:
- l’energia elettrica prelevata dalla rete, alla quale si attribuisce un fattore emissivo nel ciclo di vita pari al valore medio annuale dei consumi elettrici su base nazionale dell’anno precedente;
- l’energia elettrica prelevata dalla rete con garanzia di origine rinnovabile ai sensi dell’art. 46 del decreto legislativo n. 199 del 2021, il cui fattore emissivo è considerato nullo;
- l’energia elettrica rinnovabile con collegamento diretto all’impianto, il cui fattore emissivo è considerato nullo.”
Qualche dettaglio in più sull’elettrolisi e sull’idrogeno verde
Ora che abbiamo illustrato le nuove disposizioni previste dal Decreto Agevolazioni, entriamo più in dettaglio sulla tecnica dell’elettrolisi che permette la produzione di idrogeno verde, chiamato in questo modo perché la modalità con cui viene realizzato è, appunto, sostenibile (in particolare se l’elettrolisi è generata da un impianto alimentato a fonti rinnovabili).
L’elettrolisi prevede la scissione dell’acqua in ossigeno e idrogeno utilizzando corrente elettrica. Si tratta di un processo di tale interesse per il settore fotovoltaico che molte aziende che operano in questa industria sono attualmente impegnate nella progettazione di celle multi-funzione che riducano i costi per realizzare questa tecnologia.
Una volta ottenuto, l’idrogeno verde è una sostanza pulita che può trovare applicazione in diversi ambiti: come carburante per i veicoli, come “ingrediente” di base per le batterie oppure come componente di sistemi di combustione interna. Come combustibile puro l’idrogeno verde non è particolarmente interessante, dal momento che una volta entrato in contatto con l’aria produce un gas inquinante – l’ossido di nitrogeno – di fatto vanificando la propria esistenza. Questo significa che, se tale sostanza venisse impiegata per alimentare i veicoli, questi non sarebbero a zero emissioni.
I vantaggi dell’idrogeno verde sono comunque molteplici: è del tutto sostenibile perché non emette alcuna forma di gas inquinante; può essere conservato con facilità e utilizzato anche in un momento successivo; è flessibile dal punto di vista applicativo perché può essere trasformato in elettricità o gas sintetico; ed è trasportabile con gli stessi condotti normalmente utilizzati per il gas naturale.
Se si considera che uno dei principali limiti dell’idrogeno verde risiede proprio negli elevati costi del processo di elettrolisi, è facile capire per quale ragione le agevolazioni introdotte dal recente Decreto siano osservate con tanta attenzione.