A che punto siamo con la transizione energetica?

Secondo la recente ricerca pubblicata da IEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, e intitolata “The path to limiting global warming to 1.5 °C has narrowed, but clean energy growth is keeping it open” (ossia “La strada per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C si è ristretta, ma la crescita dell’energia pulita la mantiene aperta”), sono stati mossi diversi passi avanti in termini di transizione energetica.

I nuovi dati, relativi al 2023, sono essenzialmente da intendersi come un monitoraggio del progressi per la Roadmap Net Zero prevista per il 2050 e seguono quelli resi noti nel 2021. Scopriamo insieme i punti salienti della ricerca, le tecnologie che stanno fiorendo nell’ottica di un futuro più sostenibile e quelle che, invece, faticano a decollare.

Il mercato delle rinnovabili va bene, ma si deve fare ancora molto

IEA sottolinea che, già nel 2030, le energie rinnovabili copriranno da sole ben un terzo della riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. Entro il 2050, l’obiettivo è che si arrivi a una percentuale del 90% nella produzione di elettricità: un obiettivo che sarà possibile raggiungere solo ed esclusivamente se ci saranno linee guida chiare sia a livello nazionale che internazionale, specie in considerazione del fatto che, entro i prossimi sei anni, si dovrà triplicare la capacità rinnovabile installata fino a 11.000 gigawatt.

Per quanto riguarda i dati relativi alle emissioni di CO2, il report registra 37 miliardi di tonnellate per l’anno 2022, un ritorno ai livelli pre-pandemia che segna purtroppo un nuovo record in negativo. Tuttavia, c’è da aspettarsi che questi numeri salgano ancora in questo decennio, in cui IEA si attende il picco assoluto delle emissioni.

Dal momento che l’esigenza da parte dei Paesi più avanzati è quella di raggiungere lo zero netto entro il 2045 così da dare tempo anche alle nazioni dall’economia meno florida di ottenere gli stessi risultati nei cinque anni seguenti, i primi dovranno fare di più perché sono, di fatto, anche quelli che inquinano di più (per contro, i Paesi meno sviluppati sono invece quelli che più risentono di questo altissimo grado di inquinamento).

L’obiettivo è triplicare le rinnovabili entro il 2030 e raddoppiare, entro la medesima data, anche gli investimenti sulla rete. Contestualmente, l’utilizzo di combustibili fossili dovrà dimezzarsi entro il 2030 fino a raggiungere quota zero (assieme a quello del gas) entro il 2040. Per quanto riguarda invece il nucleare, dovrà essere raddoppiato entro il 2050, senza però che lo sviluppo di questa tecnologia infici il progresso delle rinnovabili, considerate assolutamente prioritarie per la transizione energetica.

Meno divario tecnologico per una completa decarbonizzazione

Un altro dato molto interessante proveniente dall’analisi di IEA è relativo al divario tecnologico che ci separa dalla completa decarbonizzazione, che risulta al 2023 decisamente ridotto rispetto al 2021: ad oggi, siamo al 35% di tecnologie disponibili per la transizione energetica, un risultato molto positivo. Batterie ed elettrolizzatori sono quelle che sembrano aver registrato il maggiore sviluppo tecnologico.

Di nuovo, molto bene anche fotovoltaico e veicoli elettrici: tra il 2015 e il 2022, la capacità fotovoltaica ha raggiunto quota circa 1 terawatt, mentre la vendita di auto elettriche è aumentata del 2000% (con oltre 25 milioni di veicoli in tutto il mondo). Le pompe di calore hanno subito un’impennata del 225%, e la capacità di accumulo delle batterie si è incrementata addirittura del 2500%.

E se, da un lato, ci sono buone prospettive per lo sviluppo di batterie a ioni di sodio ed elettrolizzatori, siamo invece ben lontani dalla maturità dei reattori modulari nucleari, che si ritiene non saranno diffusi su larga scala prima del 2035.

Per quanto riguarda infine i “punti critici” della decarbonizzazione completa, essi riguardano essenzialmente i settori che richiedono elevate quantità di potenza ed energia, come il trasporto pesante e l’industria pesante, per i quali sarà necessario sviluppare batterie più potenti, combustibili tanto efficienti quanto ecosostenibili, e metodi di cattura della CO2 in tutte le fasi produttive.