In allegato il prospetto riassuntivo degli orari di apertura dei Gelsia Point nel mese di Agosto 2023.

Orari Gelsia Point Agosto 2023

Di seguito un breve riepilogo:

SETTIMANA 7-12 AGOSTO

  • POINT APERTI: Seregno, Lissone, Limbiate, Trezzo sull’Adda
  • POINT CHIUSI: Desio, Cesano Maderno, Canegrate, Giussano, Muggiò, Sovico

SABATO 12  I POINT DI SEREGNO, LISSONE, LIMBIATE, DESIO E CESANO MADERNO RESTERANNO CHIUSI.

SETTIMANA 14 – 19 AGOSTO

  • POINT APERTI: Seregno, Lissone
  • POINT CHIUSI: Limbiate, Desio, Cesano Maderno, Trezzo sull’Adda, Canegrate, Giussano, Muggiò, Sovico

LUNEDì 14: CHIUSURA AZIENDALE

SETTIMANA 21 – 26 AGOSTO

  • POINT APERTI: Seregno, Lissone, Desio (dal 23/08)
  • POINT CHIUSI: Limbiate, Cesano Maderno, Trezzo sull’Adda, Canegrate, Giussano, Muggiò, Sovico

SETTIMANA 28 AGOSTO 2 SETTEMBRE

  • POINT APERTI: Seregno, Lissone, Limbiate, Desio, Cesano Maderno (dal 30/08) Trezzo sull’Adda, Canegrate, Giussano, Muggiò, Sovico

 

L’idrogeno potrà davvero arrivare a sostituire i combustibili fossili? Secondo le ultime indicazioni, la risposta è tanto che, si stima, ben il 64% delle aziende energetiche investirà proprio in questa tecnologia entro il 2030.

È questo il risultato del rapporto “Low-Carbon Hydrogen – A Path to a Greener Future” recentemente pubblicato dal colosso Capgemini, che spiega come le grandi organizzazioni operative nel settore E&U (Energy & Utilities) ritengano che l’idrogeno a basse emissioni di carbonio potrebbe arrivare a soddisfare il 18% del consumo energetico totale entro il 2050, di fatto raggiungendo degli obiettivi di riduzione delle emissioni e di sostenibilità a lungo termine concordati a livello internazionale.

Potrebbe sembrare un traguardo distante nel tempo ma, di fatto, non lo è: per questa ragione ingenti risorse vengono già attualmente allocate dalle imprese lungo tutta la catena del valore dell’idrogeno. È infatti questo il momento giusto per progettare e sviluppare i prototipi di infrastrutture ed elettrolizzatori a celle che serviranno domani!

La corsa all’idrogeno è talmente marcata che anche in Italia si inizia già a parlare di Hydrogen Valleys, con lo stanziamento dei primi finanziamenti da parte dell’UE: la Commissione Europea ha infatti da poco approvato uno schema nazionale per un valore pari a 450 milioni di euro per il sostegno alla produzione e al consumo di idrogeno verde a livello locale grazie allo sfruttamento delle risorse rinnovabili del territorio. I fondi riservati all’operazione dal PNNR sono pari a ben 500 milioni di euro, e l’obiettivo è piuttosto ambizioso: l’attivazione di almeno 10-50 MW di Valli dell’Idrogeno in tutto il Paese.

Di riflesso, Regioni e Province Autonome hanno già pubblicato i rispettivi bandi per la concessione delle agevolazioni e, nel momento in cui scriviamo questo articolo, sono già dieci le Regioni (undici con la provincia di Trento) ad aver reso nota la graduatoria dei progetti meritevoli di finanziamento. Nello specifico, si parla di sovvenzioni a copertura dei costi di investimento per un importo massimo pari a 20 milioni di euro a progetto per promuovere il recupero delle aree inutilizzate e supportare la ripresa delle economie locali.

Investimenti in idrogeno: come aumenta la domanda

La domanda di idrogeno è aumentata in praticamente tutti i settori soprattutto negli ultimi due anni (con un’impennata di oltre il 10%) e ci si aspetta che continui a crescere anche in futuro, specialmente nell’ambito della raffinazione di petrolio, fertilizzanti e prodotti chimici.

Ma non sono queste le uniche industrie a interessarsi a questa fonte di energia pulita: le prospettive sembrano rosee anche per nuove applicazioni nel trasporto pesante, nell’aviazione e nel trasporto marittimo, seppure con tempi di sviluppo più lunghi. Questi sono soltanto alcuni degli interessanti insight riportati da Energia Italia News, che spiega come le stime di investimento mondiale in tecnologie low carbon (incluso l’idrogeno a basse emissioni) superino i 620 miliardi di dollari per il solo 2023, contro i 560 miliardi del 2022.

Le sfide cui rispondere certamente ci sono – in primis quelle legate all’approvvigionamento di energia elettrica a basse emissioni e ai costi elevati degli elettrolizzatori – e l’entità degli investimenti da stanziare per risolverle è notevole. Tuttavia, il mercato si dimostra positivo, tanti che si preannuncia la creazione di partnership e network tra marchi storici dell’idrogeno e nuovi player emergenti per generare un incremento di domanda e offerta e sviluppare un mercato dell’idrogeno aperto e competitivo.

I vantaggi dell’idrogeno come sostituto ai combustibili fossili

Ma quali sono i reali vantaggi dell’idrogeno in sostituzione dei combustibili fossili? Prima di tutto, la virtuale inesauribilità della materia prima, data dal fatto che questo elemento chimico è il più abbondante e leggero tra quelli disponibili in natura.

C’è poi la sostenibilità ambientale: l’idrogeno è infatti un combustibile pulito che può realmente rispondere a esigenze globali di decarbonizzazione ormai diventate improrogabili. Pur producendo energia grazie alla sua combustione con l’ossigeno, non emette infatti sostanze nocive e ha quindi la capacità di ridurre in modo sensibile le emissioni di gas serra e di risolvere i problemi di esaurimento dei combustibili fossili.

Può inoltre essere il risultato di diversi processi produttivi, come l’acqua o la gassificazione di biomassa/rifiuti organici ed è quindi molto versatile; trova applicazione anche nei processi industriali, nella produzione di energia e nei trasporti e si rivela un fenomenale sostituto di combustibili classici come il gas naturale, il gasolio o la benzina.

In più, la trasformazione dell’energia attraverso l’idrogeno è di tipo qualitativo: ciò significa che, se viene utilizzato come combustibile alternativo in un motore termico, questo elemento chimico permette la trasformazione dell’energia chimica in energia cinetica; se impiegato nelle celle a combustibile trasforma l’energia chimica in energia elettrica e così via.

Per tutte queste ragioni, l’idrogeno è anche un “osservato speciale” nell’ambito dell’ormai ben noto piano RePowerEu, finalizzato a ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde. In questo nostro articolo sul tema avevamo infatti indicato che, nel pacchetto “Pronti per il 55%”, figurava anche l’obiettivo di produzione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile in Europa e di altrettanto idrogeno importato già entro il 2030.

Potrebbe essere il mare il futuro produttore di energia pulita? Secondo almeno tre ambiziosi progetti, : i moti ondosi potrebbero infatti rivelarsi preziosi alleati del pianeta nella sua lotta al cambiamento climatico e nel raggiungimento degli importanti obiettivi di neutralità climatica ormai dietro l’angolo.

Addirittura, a livello meramente teorico l’energia dei mari e degli oceani del mondo – non soltanto straordinariamente potente, ma anche continua, rinnovabile, pulita e misurabile, o quantomeno prevedibile – potrebbe soddisfare le esigenze energetiche della popolazione di tutto il pianeta.

Va da sé che tra teoria e pratica c’è, per l’appunto, di mezzo il mare: finora qualunque iniziativa portata avanti per sfruttarne le acque come fonte di energia primaria non ha purtroppo portato ai risultati sperati, perché le criticità da risolvere si sono rivelate insormontabili. La salsedine presente nei mari e negli oceani tende infatti a erodere gli impianti; il moto ondoso indebolisce e finisce col danneggiare irreparabilmente le infrastrutture; i costi di manutenzione e mantenimento sono estremamente elevati.

Come risolvere, dunque, considerando che secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia gli oceani potrebbero produrre tre volte il fabbisogno energetico mondiale (nello specifico, ben 80.000 terawattora di elettricità), e l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) conferma a sua volta che il potenziale delle maree è, almeno in teoria, pari a quasi 31.000 terawattora l’anno?

La risposta risiede nei costanti investimenti in nuove tecnologie che possano superare i gap tra teoria e pratica, così da efficientare la produzione di energia pulita da questi enormi e straordinari bacini d’acqua. E, attualmente, sono almeno tre i progetti che potrebbero rivoluzionare un quadro finora insoddisfacente quando messo effettivamente in atto.

Il progetto di SeaPower sullo Stretto di Messina

Cominciamo con un progetto tutto italiano che intende sfruttare il formidabile potenziale energetico del mare di Sicilia.

SeaPower, una società connessa all’Università di Napoli Federico II, si focalizza in particolare sulle maree dello Stretto di Messina, che raggiungono velocità superiori ai 2,5 metri al secondo, con l’obiettivo di sfruttarne la potenza per generare fino a 125 gigawattora di energia all’anno (ossia una quantità sufficiente a soddisfare tutto il fabbisogno energetico della città di Messina).

Il progetto, denominato Gemstar, prevede l’installazione nello stretto di un sistema in grado di convertire l’energia cinetica dell’acqua in energia elettrica. L’impianto funziona come una sorta di aquilone sottomarino composto da due turbine connesse a un galleggiante e ancorate al fondale attraverso un cavo. In presenza di correnti marine, Gemstar, che ha una capacità di 300 kilowattora, dovrebbe riuscire ad allinearsi ai flussi seguendone la direzione e galleggiando a mezz’acqua.

Bisogna chiarire che, al momento, il sistema è ancora in fase di prototipazione e non è quindi industrializzato, e che fa il paio con un’altra tecnologia di generazione elettrica dal moto ondoso progettata da SeaPower: si chiama Pivot, è simile a una boa ed è stata già testata a Civitavecchia offrendo risultati interessanti.

Il progetto MeyGen che sfrutta la potenza delle correnti marine scozzesi

Un altro interessante progetto per la generazione di energia elettrica a partire dal moto ondoso proviene dalla Scozia e, più precisamente, dallo Stretto di Pentland Firth, che separa la nazione dalle Isole Orcadi. La caratteristica che rende questo lembo di mare particolarmente interessante per i ricercatori è la sua potenza: vanta infatti alcune delle più forti correnti di marea di tutto il pianeta.

Nel 2017, l’azienda SAE Renewables ha installato nello stretto un sistema di generazione di energia chiamato MeyGen, e i risultati sono finalmente arrivati: lo scorso febbraio, l’impianto è stato infatti il primo al mondo a produrre 50 gigawattora di elettricità.

MeyGen è un sistema composto da quattro turbine da 1,5 MW del tutto simili a quelle eoliche: collocate a circa venti metri sotto il livello dell’acqua, hanno la capacità di sfruttare i movimenti delle maree che si muovono tra il Mare del Nord e l’Oceano Atlantico settentrionale.

Il progetto è strutturato per muoversi secondo quattro fasi sequenziali: la prima, quella in cui ci troviamo ora, da 6 MW; la seconda e la terza, in via di sviluppo, rispettivamente da 28 MW e 52MW; la quarta, ancora in stato di pianificazione, da 312 MW.

Parzialmente finanziata dal governo scozzese, MeyGen non è comunque la sola iniziativa del Paese. La Scozia supporta infatti anche O2 di Orbital Marine Power, considerata la turbina mareomotrice più potente e tecnologicamente evoluta finora mai realizzata, al momento ancorata al largo delle Orcadi.

Funziona? Si direbbe di sì, dato che fornisce energia alle isole con un cavo sottomarino che la collega alle sue reti.

Il progetto Iswec al largo dell’Isola di Pantelleria

Chiudiamo questo breve excursus con il progetto Iswec, realizzato dal colosso Eni al largo dell’Isola di Pantelleria: si tratta di un dispositivo per la produzione di elettricità fino a 260 kW e alimentato dal moto ondoso.

Sviluppato in concerto con il Politecnico di Torino e la sua società spin-off Wave For Energy, Iswec mira a sfruttare gli oggettivi vantaggi legati alla generazione di energia proveniente dal moto ondoso: maggiore costanza; sostanziale prevedibilità; disponibilità giorno e notte; maggiore densità; impatto paesaggistico contenuto (la stragrande maggioranza dei progetti di questo tipo prevede infatti installazioni sottomarine con impianti che emergono appena e sono quindi limitatamente visibili a pelo d’acqua).

Tuttavia, Iswec deve considerare anche i ben noti limiti legati al “sistema mare” e, in particolare, la sua incontrollabile potenza e i danni causati dalla salsedine alle infrastrutture. Per quanto riguarda la seconda criticità, le componenti più delicate dell’impianto sono state racchiuse in un robusto scafo in acciaio in modo che non entrino in contatto con l’acqua; per quanto riguarda invece la prima, si conta sull’ottimizzazione del “cervello” del sistema, composto dai supercomputer di Eni Hpc4 e Hpc5 chiamati ad adattarsi alle variazioni ambientali.

A medio-lungo termine, l’obiettivo di un progetto come Iswec è l’alimentazione energetica di piccole isole che, troppo distanti dalla terraferma, non riescono ad allacciarsi alla rete principale.

Abbiamo più volte parlato della tendenza crescente relativa all’installazione di impianti alimentati con fonti di energia rinnovabile e, in particolare, dell’importante sviluppo che interessa il settore fotovoltaico sia in Italia che nel resto del mondo.

Dopo aver approfondito le modalità con cui i pannelli fotovoltaici da smaltire possono trasformarsi in nuova risorsa da reintegrare nel processo produttivo, vogliamo oggi indicare i cinque principali vantaggi di installare un impianto a energia solare in un contesto residenziale.

Si tratta di un argomento importante specialmente se si considera che, attualmente, l’Italia è il secondo Paese europeo (il primo è la Germania) per numero di installazioni sul territorio. Per lo più si tratta di impianti di piccole o medie dimensioni, progettati per rispondere alle esigenze di autoproduzione energetica espresse da un numero sempre crescente di famiglie italiane.

Servendosi di energia inesauribile e totalmente rinnovabile e grazie a un investimento d’acquisto ammortizzabile in tempi relativamente brevi, il fotovoltaico è certamente la soluzione più adeguata per l’ambito residenziale, sia in edifici di nuova realizzazione che in immobili preesistenti ma sottoposti a ristrutturazione profonda e/o efficientamento energetico.

Un breve cenno sugli impianti fotovoltaici

Prima di entrare nel merito dei vantaggi di installare un impianto fotovoltaico per la propria casa, diamo però una rinfrescata a qualche nozione fondamentale ricordando cosa sono e come funzionano questi sistemi.

Un impianto fotovoltaico è, in estrema sintesi, un sistema che produce energia elettrica rinnovabile e pulita grazie allo sfruttamento della luce del sole.

Per quanto riguarda la sua composizione, esso include due elementi fondamentali: i moduli e l’inverter.

I moduli sono realizzati con celle fatte di lastre di silicio che, colpite dai fotoni, trasferiscono la loro energia agli elettroni. Questi ultimi si caricano elettricamente e producono corrente elettrica dopo essere fluiti nel circuito. L’inverter è invece un dispositivo elettronico che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli solari in corrente alternata da poter utilizzare negli ambienti.

Esistono due tipologie di impianti fotovoltaici:

  • Connessi alla rete: sono integrati con gli impianti elettrici convenzionali e vengono utilizzati a richiesta oppure in combinazione con la rete elettrica pubblica al fine di soddisfare il fabbisogno energetico degli utenti.
  • Stand-alone: si chiamano in questo modo perché includono un sistema di batterie che assicura la continuità del servizio, intesa come erogazione di energia elettrica anche in condizioni di irraggiamento solare insufficiente o assente e durante le ore notturne.

Esistono sia impianti fotovoltaici per l’ambito residenziale sia per i contesti industriali. Nel primo caso, avranno pannelli più piccoli (ossia genereranno meno energia) perché le esigenze energetiche di un’abitazione sono ovviamente inferiori rispetto a quelle di un’azienda. La media delle celle per i pannelli solari a uso residenziale è settantadue (contro le novantasei dei pannelli a uso industriale).

Dal punto di vista dell’installazione, quella di un impianto fotovoltaico domestico è più semplice e rapida e richiede circa uno o due giorni di lavoro. Infine, una curiosità sul colore: nonostante i pannelli solari siano attualmente disponibili in diverse tonalità, quelli “standard” – ossia di colore blu e nero – rimangono i più efficienti.

La top 5 dei vantaggi del fotovoltaico a uso domestico

Vediamo ora quali sono i cinque principali vantaggi di installare un impianto fotovoltaico per la propria casa.

  1. Maggiore risparmio energetico, e dunque effettivo risparmio in bolletta: il primo vantaggio di questa soluzione è di tipo economico, poiché l’impianto fotovoltaico è un sistema studiato per generare un risparmio energetico sensibile attraverso l’indipendenza energetica. Dal momento che permette la riduzione del consumo di energia prelevata dalla rete pubblica grazie a una produzione autonoma e, in alcuni casi, anche la possibilità di immagazzinare l’energia non ancora auto-consumata in appositi sistemi di accumulo, la principale conseguenza della sua installazione è un “taglio netto” alle bollette dell’elettricità.
  2. Maggiore rispetto per l’ambiente: non è certamente un punto di minore importanza, specie se si considera la grave depauperazione delle risorse naturali del nostro pianeta e l’annoso problema dell’inquinamento causato dall’impiego di fonti di energia di origine fossile. Il fotovoltaico sfrutta invece l’energia solare, e quindi un’energia verde, pulita, ecosostenibile, rinnovabile e non inquinante.
  3. Aumento del valore dell’immobile: gli immobili di nuova costruzione o quelli ristrutturati aumentano il loro valore sul mercato quando installano un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia. Dal momento che questi sistemi migliorano l’efficienza energetica della casa, ne incrementano anche la classe energetica e il valore economico complessivo, che permane nel tempo senza alcun rischio.
  4. Esigenze di spazio limitate: il preconcetto che un impianto fotovoltaico necessiti di molto spazio per essere installato è errato, specialmente in una fase storica in cui si assiste al costante sviluppo di nuove soluzioni (un esempio? Nel prossimo futuro i pannelli solari potrebbero essere utilizzati addirittura come finestre!). Ovunque ci sia una copertura, ossia un tetto, è potenzialmente installabile un impianto a energia solare e, per un uso domestico, sono sufficienti dai 15 ai 20 metri quadri di superficie disponibile.
  5. Lunga durata nel tempo: si stima che la vita utile garantita di un impianto fotovoltaico si aggiri sui venticinque anni, come confermato anche dal fatto che proprio ora stiamo assistendo alla fase di dismissione e riciclo dei primi sistemi installati poco più di due decenni fa. Investire nel fotovoltaico è quindi conveniente anche sul lungo periodo, sia per la sua durata nel tempo che per le sue scarse esigenze di manutenzione: non avendo infatti alcuna parte in movimento, questo sistema è scarsamente soggetto a usura e sarà sufficiente sottoporlo a periodiche operazioni di pulizia e, se necessario, alla sostituzione dell’inverter dopo circa un decennio di utilizzo.

Tutti questi oggettivi vantaggi – e molti altri, tra cui gli incentivi fiscali su questo tipo di impianti e la possibilità di aderire ai meccanismi di Scambio sul Posto (una forma di autoconsumo che consente la compensazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete con quella prelevata e consumata) – rendono l’installazione di un impianto fotovoltaico una scelta vincente per l’energia della propria casa.

Fino al prossimo mese di giugno sarà attivo il cosiddetto Decreto Bollette, la più recente misura messa in atto dal governo per supportare famiglie e aziende nel contrasto al caro energia.

Come accennato, questi particolari aiuti statali saranno in vigore soltanto per il secondo trimestre del 2023: si tratta del terzo provvedimento economico destinato a fronteggiare l’aumento delle bollette, dopo il decreto Aiuti quater del novembre 2022 e la nuova Legge di Bilancio, che mette a disposizione 21 miliardi di euro per l’aiuto a cittadini privati e imprese.

Vediamo insieme le principali novità del nuovo Decreto Bollette.

Potenziamento bonus, azzeramento oneri in bolletta e agevolazioni per le imprese

I punti salienti della nuova misura sono essenzialmente tre: il potenziamento dei bonus luce e gas; l’azzeramento degli oneri in bolletta e le agevolazioni destinate alle imprese.

Nello specifico, il potenziamento dei bonus relativi a gas e luce si snoda lungo tre direttrici:

  • Un bonus integrativo si affianca all’assegno ordinario al fine di incrementare il bonus che permette di ottenere lo sconto sulle bollette di luce e gas.
  • Viene confermato il tetto ISEE a 15mila euro per avere accesso al bonus luce e gas da parte di famiglie in difficoltà.
  • La soglia ISEE per l’accesso ai bonus luce e gas per l’accesso al bonus da parte delle famiglie con almeno quattro figli a carico è stata innalzata a 30mila euro. Le famiglie con soglia ISEE fino a 20mila euro avranno in questo caso diritto al 100% dell’importo.

Per quanto riguarda invece l’azzeramento degli oneri in bolletta, la misura conferma sia quello relativo agli oneri di sistema sia il taglio dell’IVA al 5% sul gas (il regime ordinario, lo ricordiamo, è invece pari al 10%). Contestualmente, verranno però reintegrati in bolletta gli oneri generali di sistema – dopo un’assenza di un anno e mezzo.

Le agevolazioni per le imprese, infine, si riflettono nella conferma dei crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, con relativa riduzione delle aliquote.

Più nello specifico, le aliquote saranno pari a:

  • 20% per il gas, sia per le aziende gasivore che non gasivore
  • 20% per l’elettricità per le aziende energivore
  • 10% per l’elettricità per le aziende non energivore/più piccole

A quanto finora elencato va aggiunto che il Decreto ripropone la riduzione dell’IVA al 5% per i servizi di teleriscaldamento, sempre per il secondo trimestre del 2023, e il contributo a favore dei consumatori fino a 5000 metri cubi, in linea con quanto riportato dal testo: “le aliquote negative della componente tariffaria UG2C applicata agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno sono confermate limitatamente al mese di aprile 2023, in misura pari al 35 per cento del valore applicato nel trimestre precedente.”

Il budget totale messo a disposizione per l’attuazione del Decreto Bollette è pari a 4,9 miliardi di euro: per molti, la cifra – decisamente più contenuta specialmente se paragonata ai 21 miliardi stanziati nella Legge di Bilancio – indicherebbe che la fase di emergenza legata al caro energia starebbe finalmente terminando, come anche confermato dalla discesa dei prezzi di elettricità e gas naturale.

Il Decreto Bollette è in vigore dal 31 marzo 2023 dopo essere stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e fa riferimento ai consumi relativi ai mesi di aprile, maggio e giugno dell’anno in corso.

Il Bonus Riscaldamento per il quarto trimestre 2023

È poi importante evidenziare che, già da ora, sembra essere confermato il Bonus Riscaldamento per l’ultimo trimestre dell’anno (ossia valido da ottobre a dicembre 2023). Questa agevolazione fiscale prevede che i titolari di utenze domestiche che non beneficiano di bonus social possano comunque  usufruire del contributo erogato in quota fissa, sebbene differenziato in base alle zone climatiche.

Il Bonus Riscaldamento servirà a contrastare eventuali rincari del gas (considerati tali al superamento della soglia 45 euro/MWh) e prevede lo stanziamento di un budget pari 1000 milioni di euro. Al momento attuale, per la definizione dei criteri di assegnazione del contributo bisognerà attendere le specifiche indicazioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in concerto con quello dell’Economia e delle Finanze e sotto la supervisione di ARERA.

Per concludere, ricordiamo che per tutto l’anno è confermata invece la riduzione dell’aliquota IVA al 10% sui pallet, come definito dall’attuale Legge di Bilancio: si tratta di una decisione importante, che favorisce e incentiva il consumo di una fonte di energia rinnovabile che, ad oggi, è già stata scelta da oltre due milioni di famiglie italiane.

Sono disponibili nuovi, importanti incentivi per l’efficienza energetica in Lombardia, secondo quanto recentemente riportato dall’inserto Focus Energia di ANSA.

Il “pacchetto” presentato lo scorso 6 aprile dalla Regione comporta lo stanziamento di un budget pari a 210 milioni di euro che verrà destinato alle imprese, articolandosi su tre diversi punti: l’efficientamento energetico, lo sviluppo aziendale e l’attrazione di investimenti.

Il primo punto è finalizzato a favorire l’attivazione di investimenti riservati agli impianti produttivi con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale di attività e processi: per esso, la Regione Lombardia mette a disposizione delle aziende fondi pari a 65 milioni di euro, di cui 31 a fondo di garanzia e 34 investiti come contributo in conto capitale a fondo perduto.

Per quanto riguarda invece il secondo punto del pacchetto, che è relativo allo sviluppo aziendale, il budget stanziato è di ben 115 milioni di euro ed è riservato in particolar modo alle piccole e medie imprese (PMI) e alle società quotate in un mercato azionario caratterizzate da media capitalizzazione (le cosiddette MidCap). 69 milioni di euro verranno in questo caso stanziati come fondo di garanzia, mentre i restanti 46 come contributo in conto capitale a fondo perduto.

Infine, il punto riservato all’attrazione degli investimenti, per il quale la Regione Lombardia prevede fondi pari a 30 milioni di euro così suddivisi: 16 milioni a fondo di garanzia e 14 milioni come contributo in conto capitale a fondo perduto.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato come segue:

  • 17 maggio 2023: per i pacchetti relativi all’efficientamento energetico e all’attrazione di investimenti.
  • 13 giugno 2023: per il pacchetto relativo allo sviluppo aziendale.

I nuovi bandi per le imprese e l’accordo Valle Brembana Green

Ma c’è di più. Oltre al pacchetto di misure per un budget pari 210 milioni di euro totali, la Regione Lombardia mette ora a disposizione delle imprese tre misure ulteriori: la prima è relativa al bando Nuova Impresa 2023, già disponibile dal 27 aprile scorso; la seconda al bando Competenze per L’Innovazione Green e Digitale delle Imprese Lombarde (aperto lo scorso 3 aprile); la terza alla cosiddetta strategia Valle Brembana Green.

Di cosa si tratta esattamente?

Nuova Impresa 2023”, promosso in collaborazione con Unioncamere Lombardia, è un bando finalizzato a sostenere l’avvio di nuove imprese e l’autoimprenditorialità – anche in forma di lavoro autonomo con partita IVA individuale – attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi connessi alla creazione delle nuove imprese. La una dotazione finanziaria prevista per questa iniziativa è pari a ben 2 milioni di euro.

Il bando “Competenze per L’Innovazione Green e Digitale delle Imprese Lombarde” nasce invece per favorire lo sviluppo delle competenze delle PMI lombarde per la transizione industriale e la sostenibilità delle aziende presenti nella regione.

Per quanto riguarda infine la strategia “Valle Brembana Green”, è il risultato di un accordo tra Regione Lombardia e la Comunità Montana Valle Brembana che, attraverso lo stanziamento di un finanziamento regionale di 2,47 milioni di euro necessario a coprire quasi totalmente un costo complessivo previsto di 2,75 milioni di euro, favorirà l’efficienza energetica e l’installazione di impianti fotovoltaici sul territorio, e dunque la valorizzazione delle comunità locali.

Si informa la Gentile Clientela che nella giornata di VENERDI’ 26 MAGGIO il Gelsia Point di Lissone sarà aperto dalle 8.30 alle 12.30, dalle 13.00 alle 16.00.

Per informazioni è possibile contattare il call center Gelsia al numero verde 800.478.53 (gratuito da rete fissa e mobile), attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, sabato dalle 9.00 alle 14.00 o consultare il nostro sito gelsia.it.

 

 

Si informa la gentile clientela che  lunedì 5 giugno Il Gelsia Point di Cesano Maderno sarà aperto dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.00 alle 16.00.

 

Per informazioni è possibile contattare il call center Gelsia al numero verde 800.478.538 (gratuito da rete fissa e mobile), attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, sabato dalle 9.00 alle 14.00 o consultare il nostro sito gelsia.it.

 

 

Le organizzazione USB hanno proclamato l’adesione allo sciopero generale per la giornata, articolata come da allegato Venerdì 26 Maggio 2023.

Lo sciopero interesserà i dipendenti della Gelsia S.r.L., regolati dal ccnl Unico Gas Acqua 12.11.2019.

Avvisiamo pertanto la clientela che, durante le ore di sciopero, potranno verificarsi disservizi nelle normali attività.

Eventuali informazioni di carattere generale potranno essere richieste al centralino aziendale al numero 0362.2251.

La notizia della proclamazione di sciopero viene comunicata ai sensi della Legge 146/90 e sulla regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici.

 

 

Si informa la gentile clientela che nella giornata di Lunedì 22 maggio i Gelsia Point di Seregno, Cesano Maderno, Lissone, Limbiate e Desio chiuderanno alle ore 17,30.

 

Per informazioni è possibile contattare il call center Gelsia al numero verde 800.478.538 (gratuito da rete fissa e mobile), attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, sabato dalle 9.00 alle 14.00 o consultare il nostro sito gelsia.it.